dialogo…
Convegno di rabbini provenienti da diversi paesi europei. All’ordine del giorno tanti argomenti diversi, dai quali emerge la sfida che il rabbinato contemporaneo cerca di affrontare: svolgere attivamente un ruolo nel quale ci si trova ad affrontare da un lato, citando a puro titolo di esempio, il problema di verificare se e a quali condizioni il contatto con dei sensori che azionano impianti di illuminazione possa costituire o meno una trasgressione delle norme che proibiscono l’attivazione di elettricità di Shabbat e d’altro lato, sempre a titolo di esempio, come avviare un discorso di identità ebraica con uno studente universitario lontano mille miglia da questi argomenti. Occorre certamente sviluppare competenza, sensibilità e apertura di pensiero. La stessa apertura che d’altra parte si richiede a chi vuole dialogare con i rabbini evitando, ancora una volta a titolo di esempio, il ricorso a definizioni stereotipate, quale l’uso del termine ultraortodosso specialmente per indicare personaggi ebrei che, essendo abbigliati in modo poco in sintonia con la moda corrente, dovrebbero essere chiusi in un mondo tutto lontano dalla realtà. Qualcuno di loro con barba lunga e palandrana nera ha invece competenze approfondite e aggiornate dei più moderni impianti e di tecnologie che comparano con le relative norme rituali ebraiche concernenti, in particolare la preparazione dei cibi e il rispetto del Sabato. Prima norma del dialogo: non fermarsi all’aspetto dell’interlocutore.
Giuseppe Momigliano, rabbino
(22 marzo 2017)