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Vedere prima di parlare

alberto cavaglionHo letto su Anpinews l’intervento sulla triste vicenda del film su Israele programmato a Biella. Soltanto due osservazioni. La prima. Al Presidente dell’Anpi dà fastidio che non si possa criticare Israele senza essere accusati di antisemitismo. Libero di dirlo, ma se almeno avesse visto il film. Il Presidente dell’Anpi stigmatizza l’orribile titolo della pellicola (chi potrebbe lodarlo!), ma ripete due, se non tre volte di non aver visto il film. Trovo la cosa sconcertante. Nel tempo trascorso fra quando è scoppiato il caso e la scrittura di questa nota tempo per vedere il film ce n’era a sufficienza. Mi pare sconcertante, come sempre mi paiono sconcertanti le riflessioni di chi non si è mai recato a vedere la realtà di cui parla. Supponenza o semplice superficialità? Come si fa a giudicare se non si vede ciò di cui si parla?
Seconda osservazione. Anche a me dà fastidio quando vedo qualcuno accusato di antisemitismo solo perché critica il governo israeliano. Però dà altrettanto fastidio la retorica del “ripudio” della guerra, se ripetuta con ingenuità. Per chi vive nel conflitto quel “ripudio” suona come una pia illusione. Un lusso che né uno né l’altro contendente si può permettere. Forse non dovrebbe permetterselo nemmeno il Presidente dell’Anpi. Se infatti i partigiani della Val Sesia, ad esempio il “Lungo” Silvio Ortona avessero “ripudiato” la guerra, che ne sarebbe stato di noi?

Alberto Cavaglion

(22 marzo 2017)