JCiak – Una boccata d’aria santa
Basta l’idea giusta e ti ritrovi ricco sfondato prima dei 30, vedi Mark Zuckerberg o il ventisettenne fondatore di Snapchat Evan Spiegel. Come loro anche Adam, arabo cristiano di Nazareth, è in cerca del business che gli cambierà la vita. La sua idea sembra perfetta, imbottigliare l’aria santa e venderla ai turisti, ma lo scontro con la realtà non lo sarà altrettanto. A raccontare gli alti e i bassi della sua avventura è Holy Air, diretto da Shady Srour (che interpreta Adam) che insieme al corto Big Sister di Michal Gassner, selezionato fra 4,385 lavori, il mese prossimo rappresenterà Israele al Tribeca Film Festival a New York.
Già apparso in Ana Arabia (2013) di Amos Gitai, in Holy Air Shady Srour compone un colorato ritratto della Nazaret contemporanea raccontando cosa significa per una famiglia di oggi vivere in una delle realtà più spirituali del mondo. Ben presto intorno ad Adam e sua moglie incinta Lamia (l’attrice francese Laëtitia Eïdo) inizia a ruotare una serie di personaggi strampalati fra cui il cardinale che dal Vaticano dovrebbe approvare la sua idea, il ministro del Turismo israeliano cui spetta l’ok finale e il vecchio capo di Adam, Mahmoud, connesso alla mafia di Nazareth, che deve aiutarlo a mantenere il monopolio delle sante bottigliette. Come dire, Silicon Valley è lontana anni luce. Sotto il sole del Medio Oriente gli affari hanno altre regole.
Big Sister tocca corde del tutto diverse. Presentato al Haifa Film Festival in ottobre, mette in scena la vicenda di una giovane donna in lotta contro i predatori sessuali. Appena scopre che il suo fratello più giovane è stato sospeso da scuola per ragioni del genere, è costretta a fare in conti con i suoi limiti. Il lavoro nasce dall’esperienza diretta della regista Michal Gassner che nel 1988 ha lavorato con un gruppo di giovani a rischio di Jaffa.
Daniela Gross
(23 marzo 2017)