Oltremare – Treni
In una delle mie precedenti vite, epoca cartacea e off-line, esisteva un dimenticato rito: quello dell’acquisto due volte l’anno del voluminoso orario ferroviario, di carta quasi velina, con regole di consultazione comprensibili solo dopo un secondo dottorato. Era una settimana enigmistica degli itinerari, dove il rebus era come arrivare in un weekend da Torino a Venezia, fare un salto a Bologna, Padova o Ferrara, e rientrare per impervie geografie verso Pisa entro il lunedì mattina per andare a lezione all’università. Il tutto, senza viaggiare di Shabbat. In Israele la dimensione viaggio è molto meno ferroviaria: alla nascita l’israeliano riceve il numero della teudat zehut (la carta d’identità multiuso, dalle tasse ai punti del supermercato) e virtualmente già una targa, ché dopo il militare passerà la vita a zig-zag fra autostrade e ingorghi cittadini: è un destino segnato. Gli israeliani che scelgono il treno sono relativamente pochi, e relativamente fortunati rispetto agli europei. Vero, la ferrovia qui va solo da nord a sud e non copre un numero imbarazzante di città e paesi medio-grandi. Vero, la temperatura media nei vagoni è di quindici gradi netti estate e inverno. Vero, non esiste l’alta velocità. Ma qui quando si arriva alla stazione del treno si compera un biglietto, si va alla banchina e si sale su qualunque treno in arrivo che porti alla destinazione. Niente frecce, itali, prenotazione obbligatoria, ansia di trovar posto o meno, tanto per lungo che sia il viaggio non può durare più di un paio d’ore. Se si è in ritardo si prende il treno dopo. Se si è in anticipo, quello prima. Questa forma quasi anarchica di libertà ferroviaria può dare alla testa a noi che abbiamo passato anni ad abituarci alle nuove regole, sempre più rigide, che limitano la salita su oggetti con ruote che vanno su rotaie. Una volta si sfogliava fino a consumarlo l’orario cartaceo e si scrivevano foglietti volanti con ogni possibile percorso alternativo in caso di ritardi. Oggi se devo prendere un treno la app mi dice a che ora ho quelli successivi, e quando salgo, in base alla stazione di arrivo mi sveglia.
Daniela Fubini, Tel Aviv Twitter @d_fubini
(27 marzo 2017)