Hagai Levi, ancora protagonista
“Devo molto a nonno Leo”

“A bohemian man, a free spirit”.
È un nipote che parla (con un filo di commozione) di suo nonno. È Hagai Levi che ricorda Leo Levi. Da una parte il regista e produttore israeliano che ha conquistato milioni di spettatori con In Treatment, in Italia con Sky Atlantic per una terza edizione che ha da poco preso il via tra grandi consensi. Dall’altra lo straordinario musicologo goriziano, una personalità complessa cui l’Italia (ebraica e non solo) deve ancora molto.
“Provo estrema gratitudine nei confronti di mio nonno Leo, figura che come poche ha ispirato il mio cammino e le mie scelte” ci racconta Hagai, nell’elegante location romana che l’ha accolto in questo nuovo tour promozionale. “La sua libertà e intensità di pensiero, quell’alone di mistero che lo circondava, continuano ad affascinarmi come in gioventù. Soprattutto la sua originalità, la sua capacità di far convivere nella stessa persona pulsioni apparentemente in contraddizione: l’essere di sinistra, molto di sinistra; ma anche l’essere religioso, molto religioso. Con la stessa passione. Davvero ammirevole”.
Hagai, classe 1963, è nato in Israele e là è sempre vissuto, naturalmente quando non è in giro per il mondo per progetti di lavoro. L’italiano lo conosce poco. Ma il legame con le origini familiari è fortissimo. Un rapporto coltivato anche nella stretta relazione con lo zio Joseph, rabbino capo a Firenze. “Non sono religioso, ma conservo ricordi memorabili di gioventù al Tempio italiano di Gerusalemme. È là ad esempio che ho fatto il bar mitzvà, la cerimonia che segna l’ingresso nella maggiorità. E in quel solco – afferma Hagai – continuo a seguire le tracce dei Levi in Italia ogni qual volta sono in questo paese”.
Un vero e proprio pellegrinaggio laico, che l’ha portato in tempi recenti a Casale Monferrato (“Meravigliosa”) e a Torino. Nella città sabauda in particolare dice di essersi sentito “come a casa”. Hagai precisa comunque: “La verità è che amo visceralmente questo paese, con tutti i suoi difetti e le sue contraddizioni”.
In Treatment è ormai una realtà popolarissima, tra giovani e meno giovani, grazie anche alla brillante interpretazione di Sergio Castellitto. La serie è arrivata in Italia nel 2010, semisconosciuta. Oggi è un fenomeno cult. “Devo dire – racconta Hagai – che in questi anni mi sono fatto molti amici in Italia. Beh, effettivamente non sarebbe così male potermici fermare un po’ di più rispetto al solito. Magari viverci per un periodo. Chissà…”.

a.s twitter @asmulevichmoked

(29 marzo 2017)