Bonaventura, pagine da riscoprire
Psicologo sperimentale, psicologo dell’età evolutiva, pioniere della psicoanalisi italiana e della psicologia accademica israeliana.
Quella di Enzo Bonaventura (1891 – 1948) è una figura tanto affascinante e centrale nel suo ambito, quanto oggi dimenticata persino da chi, dai suoi studi e dalle sue intuizioni, attinge quotidianamente nel suo lavoro.
A farsi carico della riscoperta di Bonaventura è oggi lo studioso David Meghnagi, ordinario dell’International Psychoanalytical Association (IPA) e assessore alla Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che per la casa editrice Marsilio ha curato la pubblicazione dell’opera La psicoanalisi. Opera presentata ieri, davanti a un folto pubblico, alla Libreria Feltrinelli di Piazza Argentina a Roma. In dialogo con il curatore, il rabbino capo Riccardo Di Segni e gli studiosi Marco Innamorati (Università Tor Vergata) e Renato Foschi (Università La Sapienza). Un confronto intenso e ricco di stimoli, promosso insieme alla libreria dal Centro di cultura ebraica di Roma, dalla casa editrice e dal master internazionale di II livello in didattica della Shoah diretto da Meghnagi stesso.
A Gerusalemme, dove morì in occasione del tristemente celebre attentato arabo al convoglio diretto all’ospedale Hadassah, una strada ricorda Bonaventura tra le figure illustri del Novecento italiana. L’auspicio espresso da Meghnagi è che Firenze, la città dove svolse gran parte della propria attività di studioso, possa presto fare lo stesso. Dedicata proprio alla Firenze ebraica di quegli anni una prima riflessione del rav Di Segni, che ha ricordato le grandi pulsioni intellettuali, culturali e religiose di una stagione indimenticabile.
(5 aprile 2017)