Milano – La giustizia, la giustizia seguirai
“Tzedek, Tzedek tirdof”, recita un passaggio del Deuteronomio (16:20) ovvero “La giustizia, la giustizia seguirai”. Poche parole che aprono, all’interno dell’etica e della tradizione ebraica, innumerevoli riflessioni che Massimo Giuliani, docente di pensiero ebraico all’Università di Trento e di filosofia ebraica presso il diploma universitario in studi ebraici dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha avuto il merito di raccontare nel suo libro La giustizia seguirai – Etica e halakhah nel pensiero rabbinico, edito da Giuntina. E proprio a partire da questo volume, di cui Giuliani ha spiegato l’origine e il significato in un’intervista rilasciata a questo Portale, si è svolta ieri una giornata di studi dedicata a etica e giustizia nell’ebraismo. Coordinato da Anna Linda Callow, docente di ebraico all’Università degli Studi di Milano, l’incontro ha visto tra i suoi protagonisti, oltre a Giuliani, Sara Ferrari, docente di lingua e cultura ebraica, Claudio Luzzati, docente di Filosofia del diritto, e Cosimo Nicolini Coen del Dipartimento di Scienze Giuridiche Cesare Beccaria.
“Ho sentito un rabbino recentemente affermare che ridurre la Bibbia a etica è ateismo – ha esordito il professor Giuliani, aprendo il confronto – Leibowitz provocatoriamente diceva che l’etica è una categoria dell’ateismo per gli ebrei: quest’ultima si autogiustifica, non farebbe quindi appello alla trascendenza divina, non farebbe affidamento a Dio, cosa che per un ebreo ortodosso non è evidentemente accettabile”. Citando il Rambam, Giuliani sottolinea che rispetto a questa posizione drastica è possibile una mediazione: “credo invece sia vero il concetto che l’halakhah sia l’essenza dell’ebraismo e l’etica sia l’essenza della halakhah: l’uomo è creato a immagine di Dio e che cosa deve fare? Deve imitare gli attributi di Dio”. Il tutto all’interno di un set di norme che l’ebraismo sancisce in modo chiaro, di cui per millenni ha discusso e applicato e che ancora oggi dimostrano con forza la loro attualità: come il principio “Amerai il prossimo come te stesso”, di cui Giuliani parla nel suo libro, intrecciando interpretazioni di grandi commentatori e pensatori del passato e riproponendo concetti cardine quali la giustizia (di cui parla il titolo del suo volume), i limiti di quest’ultima, la moralità e i suoi confini.
Tra i punti toccati da Claudio Luzzati invece il ruolo del linguaggio nella creazione del diritto in generale e, nello specifico, in quello ebraico, richiamando il citato concetto di Giustizia, Tzedek, attorno al quale ruota la legge ebraica (“Tzedek, Tzedek tirdof”). E di Tzedek e tzedakah ha parlato anche Sara Ferrari, utilizzando la lente della letteratura e del cinema israeliani per fare riferimento alla giustizia sociale: a quella accennata da Yehoshua Kenaz in Qualcuno con cui correre, in cui si parla di povertà, fino a quella gridata nel film Hashoter di Nadav Lapid in cui viene invocata una vera è propria rivoluzione sociale dal basso, la stessa che – sottolinea la docente – pochi anni dopo rivendicheranno le migliaia di persone della protesta delle Tende (in cui gli israeliani chiedevano al governo una risposta di fronte al caro vita).
Di Tzedek e mishpat, giustizia e diritto, ha infine parlato Cosimo Nicolini Coen, spiegando che nell’ebraismo tra questi due concetti deve esserci equilibrio. Il mishpat rappresenta la soglia minima del rispetto delle norme all’interno della comunità, Tzedek invece rappresenta la garanzia contro ogni assolutismo giuridico: la giustizia evita che ogni impostazione particolare domini l’afflato universale che al contempo è delimitato normativamente, spiegava Nicolini Coen. Quest’ultimo, analizzando il testo di Giuliani, ha anche ricordato che nella delimitazione normativa decisa all’interno del mondo ebraico c’è sempre spazio per l’altro, per il davar acher: “tanto è vero chi studia halakhah, studia anche le posizioni giuridicamente minoritarie”. Non c’è mai la riduzione del pensiero a una tirannia della maggioranza, che comunque comanda, ma la finestra rimane aperta sulle alternative.
(5 aprile 2017)