Elhai Teharlev, vittima dell’odio
e del terrorismo palestinese

Elhai TeharlevAveva vent’anni Elhai Teharlev, il giovane sergente dell’esercito israeliano ucciso questa mattina da un terrorista palestinese nei pressi dell’insediamento di Ofra, in Cisgiordania. Teharlev, soldato della Brigata Golani, è stato investito assieme a un altro soldato – rimasto lievemente ferito – dall’attentatore che ha lanciato la sua macchina contro una fermata dell’autobus. L’aggressore, identificato come Malik Ahmed Hamed, ventunenne del villaggio di Silwad (a nord di Ramallah), è stato arrestato dalle forze di sicurezza israeliana che nelle scorse ore, la ricostruzione dei media israeliani, hanno interrogato i suoi famigliari. Quest’ultimo attentato terroristico arriva a pochi giorni da un altro attentato: sabato, infatti, un agente di polizia e due civili israeliani sono stati feriti a colpi di coltello nella Città vecchia di Gerusalemme da un diciassettenne palestinese, poi ucciso dalle forze dell’ordine. Il livello di sicurezza in Israele in questi giorni è ancora più alto a causa della prossimità della festività di Pesach: l’intelligence ha infatti avvisato che il movimento terroristico di Hamas potrebbe cercare di sfruttare il periodo di festa per colpire civili e soldati israeliani.
Ma da Gerusalemme si guarda anche al confine Nord, a quanto sta accadendo in Siria e la tragedia degli attacchi chimici compiuti ai danni della popolazione: “Noi, come popolo che è sopravvissuto alle più grande di atrocità e che riuscito a risorgere dalle ceneri diventando una nazione forte e sicura, faremo tutto il possibile per continuare ad aiutare i sopravvissuti agli orrori in Siria. Sappiamo fin troppo bene quanto sia pericolo il silenzio, non possiamo restare muti”, l’accorato appello del Presidente d’Israele Reuven Rivlin, arrivato dopo l’attacco chimico nella provincia siriana di Idlib che ha ucciso almeno 74 persone, la maggior parte delle quali civili.