In ascolto – Miriam
Pesach è ormai alle porte e arriva con il suo oceano di musica, con le melodie tradizionali e i piyyutim che accompagnano la celebrazione della festa, gli antichi spiritual e la musica classica interessati soprattutto alla figura di Mosè, le opere di autori contemporanei e le sempre più frequenti parodie o i mash-up di gruppi di giovani israeliani o americani.
E ogni anno, a Pesach, tutti cantano, come fece Miriam la profetessa, dall’altra parte del Mar Rosso, subito dopo la lode di Mosè. “Cantate al Signore perché si è fatto grande; cavallo e cavaliere ha gettato nel mare”, canta Miriam con in mano il tamburello e subito a lei si uniscono tutte le donne, secondo una pratica che ha antiche radici nella cultura del Medio Oriente. Scrive il grande studioso di Talmud, Rav Adin Steinsaltz: “Come nel Canto di Debora, il canto delle donne, generalmente accompagnate da cembali e danze, esprimeva guerra, battaglia e miracolo. Frequentemente il canto era guidato da una cantante solista che usava comporre la melodia man mano che procedeva. Perciò la cantante era in primo luogo e soprattutto una poetessa, il cui compito era quello di esprimere e sintetizzare un’esperienza storica, o spingere la nazione ad affrontare la sfida presente o futura. Il Canto di Miriam è il primo esempio di un canto del genere nella Bibbia e questo indica che ella non era soltanto la sorella di Mosè e di Aronne, ma anche un capo per proprio conto”.
La storia della salvezza e della libertà del popolo ebraico rimane inscindibilmente legata al canto di una donna e, nei diversi luoghi della diaspora, sarà sempre la voce femminile ad accompagnare i momenti importanti della vita, con le ninne nanne per i bambini, le zemirot, i canti per il matrimonio e i lamenti funebri. Ma lungo i secoli emergono anche le figure di ebree musiciste e cantanti, che si esibiscono fuori casa e lavorano insieme agli uomini come intrattenitrici ai matrimoni in tutti quei villaggi che risuonano di musica klezmer mentre nei paesi dell’area sefardita si diffonde la figura della cantadera, che canta e si accompagna con cembali e tamburi a cornice.
Mi piace considerarle un ponte tra la Miriam biblica accompagnata dalle donne con in mano i cembali sul Mar Rosso e le Pe’imat Miriam, un gruppo vocale femminile israeliano che si accompagna con tamburi a cornice. La loro versione della canzone Miriam Hanevia (Miriam la profetessa), scritta da Zohar Fresco, per anni percussionista in diversi progetti di Noa, è davvero magnifica.
Miriam la profetessa, prese in mano il tamburello
E uscirono tutte le donne dietro di lei
E con tamburelli e danze
Uscirono dietro di lei tutte le donne
Nel video le artiste indossano abiti lunghi e morbidi e suonano tamburi a cornice, proprio come le donne sefardite di qualche secolo fa. Cantano insieme i versetti biblici del libro di Esodo nel paesaggio delle colline, tra i muretti a secco in pietra chiara, accanto a un gregge di pecore, camminando tra i cipressi e i tralci di vite, elementi che costituiscono un chiaro riferimento alla bellezza della natura nel Cantico dei Cantici che, tanto per chiudere il cerchio, è la meghilla di Pesach.
Maria Teresa Milano
Consiglio d’ascolto: