Qui Torino – Perché leggiamo Primo

20170409_174019“Torino legge Primo Levi”, così la sua città natale decide di rendere omaggio a una delle personalità più significative per valore morale e per capacità narrativa del XXI secolo a trent’anni dalla scomparsa.
L’iniziativa, promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi in collaborazione con il Polo del’900, punta a rendere protagonista Levi attraverso i suoi scritti più o meno noti, riportando in vita le sue parole tramite la voce di alcuni attori per un weekend intero, costellato di letture partecipate, approfondimenti, proiezioni di filmati e documentari. Una mini rassegna declinata in diverse sezioni dedicate ognuna a un’opera leviana: si inizia con Se non ora, quando?, guida alla lettura Alberto Cavaglion, segue La chiave a stella, sulle parole di Ernesto Ferrero, e poi Se questo è un uomo con Anna Bravo. E ancora il racconto multimediale, con la presentazione dell’ebook di La bella addormentata nel frigo. Si passa al tema del viaggio con la lettura di brani de La tregua, dalla prosa alla poesia con i versi tratti da Ad ora incerta, e poi l’immancabile parabola sulla chimica, declinata in forma letteraria ne Il sistema periodico con Domenico Scarpa. Per chiudere la fantascienza in Storie naturali e Vizio di forma. Molti gli enti torinesi coinvolti: l’Istituto Salvemini, il Centro studi Piero Gobetti, la Fondazione Donat-Cattin, l’Istituto piemontese Gramsci.
Piene di emozione le parole del Presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, che ha preso parte agli incontri: “Di Levi non possiamo dimenticare soprattutto il coraggio con cui ha saputo guardare ai paradossi, ai luoghi più inquietanti e insondabili dell’esperienza che più di tutte le altre è stata al centro dei suoi pensieri per quarant’anni. Da Se questo è un uomo a I sommersi e i salvati il suo è stato un tormentato percorso di approfondimento, condotto con gli occhi fissi ai dilemmi più difficili da affrontare”. “Ricordiamolo dunque come Testimone della Shoah, ma non dimentichiamo – sottolineava Disegni – che sarebbe un errore sottovalutare i tanti risvolti diversi della sua personalità di scrittore e di uomo di pensiero. Senza quelle ricchezze, infatti, la sua testimonianza non avrebbe potuto avere il valore che le viene universalmente riconosciuto e non sarebbe in grado di durare da una generazione all’altra. Ricordiamolo dunque qui a Torino, perché Torino è stata la sua città e il suo luogo di elezione, ma con la confortante consapevolezza che il nostro affetto e la nostra gratitudine per lui sono condivisi in questi stessi giorni da moltissime altre persone in tante parti del mondo”.

Alice Fubini

(10 aprile 2017)