JCiak – In Between, strette nel mezzo
C’è chi ha evocato Sex & City perché anche qui ci sono tre protagoniste alle prese con la grande città, in questo caso Tel Aviv. E chi ha citato Giovani, carini e disoccupati (1994), debutto alla regia di Ben Stiller, che ritrae un gruppo di amici che dopo il college si lanciano nel mondo. Ma in Libere, disobbedienti e innamorate, opera prima di Maysalom Hamoud, da una settimana nelle sale, mancano sia frenesie shopping, sesso e lusso di Sex & City sia le frustrazioni dei ragazzi di Ben Stiller. Il titolo giusto per questo film è quello originale, In Between, perché la vicenda delle tre protagoniste – Layla, Nour e Salma – sta proprio lì, nel trovarsi in mezzo, strette fra il tradizionalismo della società palestinese da cui provengono e la modernità di quella israeliana, che stenta però a riconoscerle come pari.
“C’è molto di me in ciascuno dei tre personaggi, li ho scritti dal cuore”, ha spiegato la regista Maysalom Hamoud, nata a Budapest e cresciuta a Bersheva, in un’intervista a Npr. Libere, disobbedienti e innamorate mette in scena la vicenda di tre ragazze, colte, ambiziose e innamorate della libertò, che condividono un appartamento in una Tel Aviv fotografata magnificamente da Itay Gross e cercano di farsi strada nel mondo a modo loro.
Layla (Mouna Hawa) è un avvocato di successo che il fidanzato palestinese si rifiuta però di presentare alla famiglia perché il suo stile di vita è troppo libero. “Se smetto di fumare, bere e vestirmi così, per non parlare delle feste, a cosa rinunci tu?”, chiede lei rabbiosa per scoprire alla svelta che sarà ben poco.
La sua amica Salma (Sana Jammelieh) è una dj che paga l’affitto lavorando in un ristorante e non ha coraggio di dire alla sua famiglia cristiana che è gay. Finisce per licenziarsi, senza troppo garbo, quando il suo supervisore israeliano la rimprovera perché parla arabo mentre lavora in cucina.
La terza amica, Nour (Shaden Kanboura), incarna un ulteriore aspetto. Religiosa, con il capo coperto, studia computer science anche se il fidanzato dopo le nozze la vuole casalinga. Il conflitto fra i due esplode in modo drammatico con un stupro. Saranno le amiche ad aiutare Nur che si ostinerà però a nascondere al padre quanto è accaduto.
Le storie dolci e amare di queste tre giovani donne, che cercano un futuro pur rimanendo se stesse, ha già fatto molto discutere. Accolto da una standing ovation al Haifa Film Festival e da un notevole successo nel circuito dei festival, Libere, disobbedienti e innamorate si è attirato parecchie critiche da parte palestinese. Non sono piaciute né la critica agli usi della società patriarcale né la ricerca di libertà, anche sessuale, da parte delle protagoniste, bollate come ragazze di facili costumi che poco rappresentano la realtà delle donne palestinesi.
Umm al-Fahm, la città al nord d’Israele da cui proviene il personaggio di Nur, la giovane devota stuprata dal fidanzato, ha addirittura lanciato un appello perché il film sia boicottato. Anche se, dice Hamoud, sono molte le donne che le hanno scritto dopo aver visto il film dicendo di riconoscersi appieno. L’importante, conclude la regista, è che il film susciti qualche reazioni. E di questi tempi ragionare d’identità, soprattutto quand’è di frontiera, è un esercizio indispensabile.
Daniela Gross
(13 aprile 2017)