Ebrei a Shanghai, le carte ritrovate
Fra il 1933 e il 1941 circa 18mila ebrei in fuga dall’Europa e specialmente da Germania, Austria e Polonia, in quegli anni nella morsa del nazifascismo, delle leggi razziste e della guerra, riuscirono a rifugiarsi a Shanghai.
Determinante, per la loro salvezza, una serie di coincidenze favorevoli, ma anche il prodotto dell’impegno e del coraggio di chi, come il console generale della Cina a Vienna Ho Fengshan, lo “Schindler cinese”, offrì a non meno di 3mila ebrei austriaci una via di salvezza verso la Cina.
Napoli fu una delle città che videro il transito, per alcuni anni, di queste navi dirette verso l’Estremo Oriente.
Attraverso documenti, testimonianze, libri, fotografie, l’esposizione “Gli Ebrei a Shanghai” organizzata dall’Istituto Confucio dell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” in collaborazione con lo Shanghai Jewish Refugees Museum, che ha curato i pannelli espositivi, l’Istituto Italiano di Cultura, il Consolato Generale d’Italia a Shanghai, la Comunità ebraica cittadina, il Centro di Studi Ebraici e la Biblioteca Nazionale di Napoli, illustra per la prima volta al pubblico gli aspetti storici, le vicende collettive, i drammi personali e i momenti di speranza vissuti a Shanghai dalla comunità dei rifugiati, sradicati dai propri Paesi di origine e trovatisi a vivere in una realtà completamente nuova.
Nel 1942, con l’ingresso dei giapponesi a Shanghai, le autorità nipponiche imposero l’istituzione di un ghetto nell’area di Tilanqiao, nel distretto di Hongkou, obbligando tutti i rifugiati ebrei a stabilirvisi. Il ghetto esaurì la sua funzione nel dopoguerra, quando la maggior parte dei residenti scelsero di trasferirsi negli Stati Uniti, in Australia, in Canada e in Israele, iniziando una nuova vita.
Nel 2007 l’antica sinagoga di Shanghai, “Ohel Moshe”, fondata da immigrati russi già nel 1907, è stata ristrutturata e destinata a ospitare un museo interamente dedicato alla vicenda dei rifugiati ebrei: lo Shanghai Jewish Refugees Museum, frequentato sino ad oggi da più di 300mila visitatori.
In occasione dell’esposizione alla Biblioteca Nazionale, visitabile fino al 20 maggio, la mostra è stata arricchita da una preziosa selezione di testi antichi e moderni sulla Cina, tratta dai ricchi fondi della Biblioteca; e da numerosi documenti d’epoca sull’assistenza ai rifugiati, tratti per la prima volta dall’Archivio Storico della Comunità ebraica.
(23 aprile 2017)