chef…
Il mestiere dello chef è un lavoro impegnativo. Richiede continui aggiornamenti e livelli di concentrazione molto elevati. Richiede una capacità di innovazione e di conoscenza del mercato e dei gusti della società. Richiede abile manualità e grande cultura. Richiede una grande attenzione perché è anche un mestiere pericoloso: un goccio d’olio caldo può ustionare, così come il fumo di un arrosto bruciato può obnubilare il cervello, annebbiare i pensieri e creare tanta, tanta confusione. È il caso dello chef Rubio che deve aver perso il senso della decenza, della cultura e delle parole a causa del fumo di un arrosto o probabilmente a causa dell’acqua bollente della pasta caduta sul braccio o di un soffritto che ha fritto troppo. Ed ecco che il fritto di un soffritto diventa, tra le dita dello chef Rubio, un tweet contro la Brigata Ebraica, contro Israele, un tweet in cui stranamente compare la parola “rabbì” usata come scherno o peggio ancora come tentativo di offesa. Un tweet che forse ci svela che se lo chef Rubio cucina come twitta, tanto vale scongelarsi anche solo una pizza surgelata e pensare al versetto del libro dell’Ecclesiaste (9,7): “Va’, mangia il tuo pane con gioia, e bevi il tuo vino con cuore allegro, perché Dio ha già gradito le tue opere.”
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(28 aprile 2017)