Parlamento Europeo, l’intervento: “BDS, non restiamo indifferenti”
Di seguito pubblichiamo il testo dell’intervento tenuto dal vicepresidente della Federazione delle associazioni Italia-Israele al Parlamento europeo, in occasione dell’iniziativa convocata per affrontare la minaccia del BDS.
Signor Presidente, onorevoli parlamentari, eccellenze
Lasciatemi prima di tutto esprimere i sensi del mio personale ringraziamento e della riconoscenza a nome della Federazione delle associazioni Italia-Israele, che qui oggi rappresento, per l’occasione che ci avete offerto organizzando questa sessione dedicata al fenomeno del BDS in Italia.
Com’è noto Il BDS – acronimo di boicottaggio, disinvestimento, sanzioni – è un movimento che ha per obiettivo la discriminazione di Israele, dei suoi cittadini, dei suoi istituti culturali e di ricerca, delle sue imprese e di quanti abbiano rapporti di cooperazione con loro.
Il BDS nega l’esistenza dello Stato di Israele e avanza una odiosa retorica di demonizzazione di Israele sotto l’egida dei valori universali dei diritti umani e della giustizia internazionale che spesso sconfina nell’antisemitismo. Figlio di una strategia elaborata nel 2000 durante la Conferenza di Durban, Sudafrica, il BDS nega il diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico e la legittimità dell’esistenza dello Stato di Israele attraverso la distorsione della storia e la strumentalizzazione del diritto internazionale.
Accanto a ciò, assistiamo ad una sempre maggiore campagna di disinformazione basata su una spudorata mistificazione della realtà che passa attraverso messaggi che distorcono la verità oggettiva di fatti incontestabili. Ecco qualche esempio:
– La falsa accusa di pulizia etnica del 1948 si basa su una ricerca screditata da un punto di vista accademico per la manipolazione politica delle fonti storiche. Non è mai esistito un piano di dominio etnico ebraico. La Guerra del 1948-1949 ha causato due problemi di profughi, arabi ed ebrei. I profughi arabi hanno spesso volontariamente lasciato le loro proprietà per unirsi alla coalizione di Stati arabi che aveva mosso guerra a Israele. I profughi ebrei sono stati cacciati in massa senza aver preso parte ai combattimenti, ma per il solo fatto di essere ebrei.
– La falsa accusa di etnocrazia secondo cui i non-ebrei sono cittadini senza diritti si basa sulla strumentalizzazione del diritto costituzionale israeliano. Come definito dalla Corte Suprema di Israele per Stato ebraico si intende lo Stato-nazione del popolo ebraico in cui la lingua dominante è l’ebraico e i simboli nazionali si identificano con la tradizione ebraica. La Legge del Ritorno permette a quanti abbiano origine ebraica, pur non ebrei, di acquisire la cittadinanza, come molti altri Stati-nazione europei. Le minoranze godono di pieni diritti, compresa la rappresentanza parlamentare di fazioni apertamente ostili allo Stato ebraico, così come la rappresentanza nelle istituzioni governative e giudiziarie (giudici della Corte Suprema, ministeri ecc.).
– Le sperequazioni socio-economiche non hanno nulla a che vedere con presunte politiche di discriminazione etnica.
– Israele assolve agli obblighi internazionali e umanitari sia nella West Bank sia a Gaza, da dove Israele si è completamente ritirata nel 2005. I lavoratori palestinesi negli insediamenti godono degli stessi diritti dei lavoratori israeliani.
– La tecnologia israeliana per la gestione delle risorse idriche è a beneficio di tutti i residenti di quelle aree. La falsa accusa di complicità nelle violazioni del diritto internazionale umanitario delle aziende che hanno rapporti con Israele è una palese manipolazione dei principi di etica dell’impresa per appoggiare il boicottaggio di Israele. Il diritto internazionale umanitario si rivolge agli Stati e non alle imprese.
Presunte violazioni del diritto internazionale umanitario da parte di Israele non sono mai state stabilite. I tribunali di Francia, Canada e Stati Uniti sono unanimi nel ritenere che i casi di rapporti commerciali tra aziende e i territori amministrati da Israele dal 1967 non costituiscono violazione del diritto internazionale umanitario.
In Italia preoccupa non poco il carico di odio di cui sono intrisi appelli e messaggi dai toni sempre più minacciosi contro gli ebrei. E’ il cosiddetto “hate speech”, un linguaggio che promuove ostilità e incita all’odio contro gli israeliani e per questo spesso oltrepassa i limiti della libertà d’espressione.
Israele viene ripetutamente definito come uno Stato razzista e criminale equiparato al regime sudafricano dell’apartheid. Si è giunti così addirittura a paragonare le politiche israeliane a quelle naziste e questo costituisce un esempio di antisemitismo secondo la definizione internazionale dell’IHRA. La costante negazione del diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico, descritta come un’impresa razzista, coloniale, criminale o altro rientra come altra manifestazione di antisemitismo contemporaneo, poiché è solo la legittimità dello Stato di Israele che viene messa in discussione come Stato-nazione.
Onorevoli, parlamentari, fatte queste brevi premesse, passo ad illustrare la situazione che in questi ultimi mesi sta portando i sostenitori del BDS in Italia a compiere un passo ulteriore, che noi stigmatizziamo e consideriamo molto pericoloso: in Italia si assiste infatti a un progressivo coinvolgimento di alcune realtà amministrative e istituzionali locali verso le politiche di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele.
A Napoli, terza città italiana dove peraltro io vivo e presiedo l’Associazione Italia-Israele, il movimento BDS è attivo attraverso una fitta rete di associazioni che promuovono la delegittimazione di Israele in collaborazione con le istituzioni locali.
Le iniziative del Comune di Napoli in appoggio alla delegittimazione di Israele e al boicottaggio, vanno contro le politiche che la città dovrebbe proporre in quanto definitasi “Città della Pace e della Giustizia”. Le autorità locali dimostrano di sposare una narrativa unilaterale e particolarmente ostile a Israele (il Sindaco De Magistris nel 2014 ha sostenuto che Israele stesse commettendo un genocidio a Gaza; il Presidente del Consiglio Comunale ha detto che sostenere che Hamas sia un’organizzazione terroristica è una tesi). Soltanto un mese fa il Consiglio Comunale ha ospitato il convegno dal titolo “A Napoli il Mondo: recepire il diritto internazionale umanitario nella quotidiana pratica amministrativa”. Al termine del convegno è stata avanzata la proposta di stilare una lista di imprese che “violano il diritto internazionale umanitario” per escluderle dagli appalti pubblici.
La proposta era stata avanzata anche nel 2016 in sede di Consiglio Comunale in seno a un evento organizzato da Assopace Palestina e dagli altri promotori dell’evento di quest’anno, con l’obiettivo di colpire le imprese italiane che hanno rapporti con Israele. La strumentalizzazione dei principi di etica d’impresa è finalizzata alla promozione di politiche di boicottaggio contro imprese che abbiano rapporti con Israele. Nel 2015 in occasione di un convegno organizzato dall’Associazione Pax Christi con la partecipazione del Sindaco De Magistris, si è definito Israele uno Stato criminale e di apartheid, avanzando accuse di genocidio, e di “giudeizzazione di Gerusalemme” chiedendone il boicottaggio accademico, economico e culturale dello Stato ebraico. Nel 2012, un ordine del giorno del Consiglio Comunale aveva “condannato” l’impresa Pizzarotti, che collabora alla costruzione della linea ferroviaria tra Gerusalemme e Tel Aviv. Nel 2014 la città di Napoli si è attivata per una campagna apparentemente in favore della popolazione di Gaza durante l’operazione militare “Margine Protettivo”: in quella sede il sindaco De Magistris ha definito l’operazione militare israeliana un “genocidio”; ha accusato gli israeliani di crimini di guerra. Nell’aprile 2015 è stato proiettato nella Sala Campanella di Piazza del Gesù a Napoli per la prima volta in Italia il video antisemita “Israele il Cancro”, in cui è intervenuta anche l’attivista che lo ha creato con un collegamento Skype la cui violenza anti-israeliana arriva a chiamare gli israeliani nazisti.
Da Napoli a Modena. Il Sindaco Giancarlo Muzzarelli ha dato il patrocinio nonostante l’appello dell’UCEI e del gruppo Progetto Solomon. Il dibattito ha dato ampio spazio all’incitamento al boicottaggio di Israele in particolare promuovendo il movimento BDS e la campagna di boicottaggio della società informatica HP. Alkemia è un’organizzazione che promuove la demonizzazione di Israele e la retorica della “resistenza” e promuove il boicottaggio. L’Associazione Modena Incontra Jenin è formata da rappresentanti di alcune delle altre associazioni organizzatrici, nella cui pagina Facebook si pubblicano post che inneggiano alla delegittimazione di Israele e promuovono il boicottaggio. L’Associazione per la Pace è firmataria dell’appello BDS-Italia e promuove una visione ideologica della storia e del diritto internazionale per demonizzare Israele.
Onorevoli parlamentari, com’è chiaro – insomma – Il BDS ha queste finalità che non sono riconosciute da nessuno Stato democratico. Il BDS diffonde l’antisemitismo, che è condannato da tutte le democrazie. Lo ripetiamo: oggi c’è chi utilizza l’antisionismo come foglia di fico dell’antisemitismo. Eppure in Europa ci sono nazioni che limitano il BDS:
– La Francia ha adottato una legge che vieta le campagne di discriminazione e boicottaggio dirette a specifiche nazioni. La Corte di Cassazione ha chiarito in una sentenza emessa nell’ottobre 2015 che la promozione del BDS costituisce una forma di incitamento alla discriminazione e all’odio.
– In Spagna il BDS è stato dichiarato illegale e incostituzionale. Dal 2016 una serie di sentenze dei tribunali spagnoli ha dichiarato fuorilegge il boicottaggio poiché promuove la discriminazione di Israele, e incostituzionale, poiché le misure di boicottaggio adottate dagli enti locali violano la ripartizione delle competenze costituzionali. A seguito di queste decisioni, altri Comuni che inizialmente avevano aderito alla campagna di boicottaggio hanno ritirato le loro decisioni.
Anche gli Stati Uniti hanno adottato misure di sanzioni contro aziende che boicottino Israele. A nome della Federazione Italia Israele chiediamo che il Parlamento Europeo intervenga per bloccare questa deriva.Il razzismo è una malattia. È un cattivo funzionamento della mente che compromette le relazioni umane, è una malattia psichicamente contagiosa conseguente al fatto che una mente predisposta viene infettata da idee false, patologiche, che producono ostilità verso altri gruppi e verso i loro membri.
Chiudo il mio intervento ricordando una frase di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986 e senatrice a vita della Repubblica Italiana: “Per me quello che conta, in una persona, non è che sia ebrea o cattolica, ma che sia degna di rispetto. E sono convinta che non esistano le razze, ma i razzisti”.
Giuseppe Crimaldi, vicepresidente della Federazione delle associazioni Italia-Israele
(28 aprile 2017)