ORIZZONTI Germania, un museo sulla storia del calcio (e del paese)
Il calcio, lo sport più amato del mondo, fa divertire, sognare ed emozionare ogni settimana milioni di persone. In tanti paesi, è parte integrante della cultura, del folklore e della società, una vera e propria fotografia della nazione. Cosa fare dunque quando accanto alle luci di partite, campioni ed epiche vittorie, ci sono le ombre di periodi oscuri e scelte vergognose? È la domanda che si sono posti i curatori del nuovo Museo nazionale del calcio di Germania, inaugurato a Dortmund alla fine del 2015. Senza avere dubbi: raccontare il calcio significa anche raccontare di quando esso fu parte integrante della macchina nazista.
“In Germania i musei sono solitamente sale vuote e silenziose di alta cultura” si legge nell’approfondimento pubblicato sul tema New York Times. “Aperto solo 16 mesi fa, il museo dello sport nazionale è entrato nell’immaginario dei visitatori come una delle grandi azioni del calcio tedesco”. E, spiega ancora l’articolo, in Germania il calcio (fussball), passione, quasi religione, talvolta ossessione “riflette sia l’orgoglio sia i momenti più bassi della storia del paese, ed è questo che distingue il museo di Dortmund dai simili santuari dedicati al calcio nel resto d’Europa e del mondo”.
Infatti il museo non svicola sul passato. Per esempio mostra le immagini della nazionale nell’atto del saluto nazista prima di un incontro contro la Svezia nel 1941. E ancora un film realizzato a scopo di propaganda nel 1944 dove si vedono prigionieri ebrei giocare a pallone nel campo nazista di Theresienstadt vicino a Praga, in una inscenata tranquillità, prima di essere deportati ad Auschwitz.
Tra le altre tematiche affrontate dal Museo poi la divisione della Germania tra Est e Ovest, ma anche il bando che dal 1955 al 1970 proibì il calcio femminile, con una particolare attenzione ai visitatori più giovani. “Chiediamo loro dove pensano che il calcio femminile fosse illegale a metà del XX secolo, e proponiamo loro come risposte Afghanistan, Pakistan, Arabia Saudita. Poi spieghiamo che era proibito in Germania” sottolinea il direttore Manuel Neukirchner.
“Il calcio e la società sono molto molto vicini. Il calcio non è un semplice sport, ma cultura, politica e società” ha spiegato il designer della struttura, il berlinese Lutz Engelke, sottolineando come l’intreccio tra calcio e storia fosse uno degli obiettivi nel realizzarla. Creando così un’opportunità non soltanto per approfondire una passione da tempo libero, ma anche per incontrare e conoscere meglio il proprio paese. Perché è importante ricordarsi che non è edulcorare la soluzione per confrontarsi con le pagine più scomode della storia, ma imparare e da lì ripartire, pronti per il contropiede.
rt