Salvini e i migranti

francesco-bassanoStupisce come Matteo Salvini nel suo “reportage” sul Cara di Minneo, pubblicato su Libero, operi una distinzione tra i ventuno migranti di origine irachena e siriana ospiti del centro, “veri richiedenti asilo” che “uno stato civile e cristiano avrebbe dovuto andare a prendere direttamente per salvarli con un aereo”, rispetto al resto dei tremila ospiti di origine africana. Una distinzione, o meglio una “mitizzazione” tutta italiana dei migranti mesopotamici, che altrove, in Germania, i rispettivi della Lega, come il movimento Pegida o Alternative fur Deutschland, certo non fanno. Curioso anche che il populismo nostrano associ di conseguenza l’Islam con gli sbarchi di migranti, quando gran parte di essi provengono in maggioranza da paesi come l’Eritrea, la Nigeria o la Costa d’Avorio dove il cristianesimo è la religione principale e il resto professa il più delle volte un Islam mitigato dai culti animistici e marabutici. Poi però è facile di conseguenza condannare a gran voce le stragi di cristiani in Medio Oriente, scordandoci comunque che anche l’Africa grazie all’introduzione del wahhabismo da parte dei nostri partners sauditi, è martoriata da mostri come Al Shabaab o Boko Haram, i quali non hanno niente da invidiare a Daesh per le loro efferatezze. Alcune donne cacciate a ottobre da Gorino fuggivano a loro volta proprio dagli aguzzini jihadisti. Ma in conclusione Salvini scagiona i migranti, vittime loro stessi di un piano ben più diabolico “per sostituire etnicamente il popolo italiano con altri popoli” – confrontare il Piano Kalergi! – naturalmente orchestrato dal magnate George Soros. Egli sarebbe alla base delle Primavere Arabe, delle manifestazioni anti-Trump negli Usa, delle Femen, del Movimento Verde in Iran o di quello Arancione in Ucraina. O come ha scritto Wu Ming Foundation in un tweet, la semplificazione contemporanea del “complotto pluto-giudaico-massonico”. Un capro espiatorio, sionista ed antisionista a seconda dei detrattori, molto di moda tra l’Alt-right statunitense e tra i rosso-bruni filo-Putin, adottato infine dagli estremisti europei.
“Che guaio i politici senza cultura” scriveva Eugenio Scalfari qualche giorno fa sull’Espresso, e la paura, l’ignoranza e la disinformazione si diffondano a macchia d’olio.

Francesco Moises Bassano

(5 maggio 2017)