La Spezia, porta della speranza
“Una storia di cui andar fieri”

L’8 maggio 1946 dal Porto della Spezia partivano due imbarcazioni con 1014 ebrei scampati da tutta Europa ai campi di concentramento
La Spezia diventa una sorta di porta, di ancora di salvezza ed è ricordata e conosciuta in Israele proprio come Zaar Sion (Porta di Sion): la cosa straordinaria, ha esordito Massimo Federici, il sindaco, durante la cerimonia per il conferimento del Premio Exodus 2017 al giornalistica Maurizio Molinari, è che La Spezia, una città piegata in due dalla guerra, una delle città più bombardate d’Italia fu capace di trovare il modo di accogliere e di offrire solidarietà a persone che si portavano dietro quel tragico passato.
Il Premio Exodus 2017 si è aperto con Roberto Alinghieri che ha letto pagine ricche di emozione tratte da “I clandestini del mare” di Ada Sereni, accompagnato dalla musica e da canti suggestivi di Eyal Lerner, artista israeliano davvero eclettico.
Il Sindaco ha poi introdotto l’evento, ricordando anzitutto che dall’edizione 2014, avvenuta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il Comune della Spezia ha deciso di collocare il Premio nella data della partenza delle navi dal porto della Spezia e poi la rilevanza sempre maggiore che il Premio ha acquistato negli anni: nato nel 2000 con lo scopo di celebrare, con uno sguardo tra memoria e riflessione sul presente, la straordinaria pagina civile di cui La Spezia è stata protagonista, è un riconoscimento a figure che si sono spese nel campo della solidarietà e della interculturalità: tra quelli che l’hanno ricevuto, il Sindaco ha tenuto a ricordare in particolare Yossi Harel, che fu comandante della nave Exodus, e poi, nel 2014, il kibbutz Ramot Menashe, i cui 64 fondatori, sopravvissuti all’Olocausto in Polonia, giunsero in Italia nel 1946 e l’8 maggio di quell’anno partirono dal porto della Spezia alla volta della Palestina; e ancora nel 2015 il Premio è stato conferito a Paolo De Benedetti, mentre nel 2016 al Presidente Emerito Giorgio Napolitano.
Dopo il Sindaco, è intervenuto il Vice Presidente UCEI, Giulio Disegni, che ha ricordato come il patrocinio dell‘Unione delle Comunità non sia un sostegno formale al Premio, ma rappresenti un riconoscimento sostanziale ad un evento che riporta alla riflessione collettiva una pagina di storia del Novecento essenziale per l’Italia e per il nascente Stato d’Israele. Pagina di solidarietà di cui la Città della Spezia può andar fiera e che dev’essere valorizzata in tempi come quelli che stiamo vivendo.
Nell’occasione, è stata conferita una Menzione speciale alla Consulta delle Comunità delle Religioni della Città della Spezia per “l’assidua pratica del dialogo interreligioso, che riconosce e rispetta la dignità della persona e valorizza le diversità, facendo emergere quei valori, come la ricerca della pace, della giustizia e della cittadinanza attiva che appartengono ai cammini religiosi”. Un’occasione per conoscere l’importante opera di dialogo e di collaborazione sul territorio delle tredici comunità religiose riunite nella Consulta, organismo nato nel 2006, tra cui la Comunità ebraica di La Spezia.
E infine il Premio, conferito quest’anno, come ha rilevato il Sindaco Federici, ad un “acuto osservatore come Maurizio Molinari, che ha fatto dell’ebraismo una delle cifre del suo impegno di studioso e di giornalista”.
Molinari ha dichiarato che “l’impegno di aver messo al centro della propria attività giornalistica e di scrittore temi come l’ebraismo e la questione mediorientale è una grande responsabilità” e per questo ha definito “un grande onore essere qui”. Ha tenuto a ricordare come la Porta di Sion fu, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, “uno dei momenti più importanti, uno dei momenti dove l’Italia dimostrò grande umanità, solidarietà e visione strategica; la gente che partiva da questo molo era gente che era sopravvissuta ai campi di sterminio, nessun altro gli consentiva di partire, ma questo era un molo dove la speranza e la libertà si incontravano”.
Le navi che salpavano da qui, andavano nella Palestina sotto il mandato britannico e lo facevano, ha concluso Molinari, “a rischio di essere affondate o catturate e portate nei nuovi campi che l’impero britannico aveva costruito a Cipro; non tutte le navi arrivavano a destinazione, ci furono migliaia di morti ed è un precedente che dobbiamo tener presente oggi guardando ciò che avviene nel Mediterraneo: aiutare chi è in difficoltà, è un dovere civile lì dove queste persone si propongono di generare stabilità, sviluppo, e prosperità e non di portare violenza. Aver fatto parte di questo il background di una parte del mio lavoro è stata un’opportunità che non potevo mancare”.
È poi seguito un interessante dialogo tra Molinari e Stefano Stefanini, ambasciatore già Consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica e Rappresentante dell’Italia all’Onu. Prima dell’evento, Giulio Disegni ha incontrato il Delegato della Sezione di La Spezia della Comunità di Genova, Alberto Funaro, nella sede della piccola comunità ebraica spezzina, nei cui locali, di proprietà dell’Unione delle Comunità, ha sede il Tempio: con lui è stata ripercorsa la storia e le attuali vicende del gruppo ebraico locale, che conta una quarantina di persone e ci si è ripromessi di organizzare a La Spezia un evento a carattere nazionale, anche per valorizzare la vita, non sempre facile, delle Sezioni di Comunità.

(10 maggio 2017)