Fifa, via la mozione anti-israeliana
Anche l’Italia con Infantino
È stata tolta dall’ordine del giorno dei lavori del Congresso Fifa in svolgimento in Bahrein, su indicazione del presidente Gianni Infantino, la proposta di sanzioni ai danni della Federazione israeliana avanzata dalla dirigenza palestinese. Una provocazione (con conseguenze molto gravi, come la possibile sospensione di Israele dalla Fifa) che ha rischiato di essere davvero sul tavolo dei protagonisti del Congresso, tra cui non pochi paesi arabi. A monte di questa proposta, la richiesta di revoca dello status di professionismo ai club israeliani che giocano nei Territori (sei in tutto, nelle serie minori).
In una comunicazione ufficiale della Fifa si è rinviato il confronto a una eventuale prossima occasione, ritenendo prematuro un voto senza degli ulteriori approfondimenti. Come riportato dalla stampa israeliana, nel fine settimana Infantino era stato contattato personalmente dal primo ministro Benjamin Netanyahu. “Sport e politica devono restare su due piani distinti” avrebbe detto Netanyahu al leader del calcio mondiale, esprimendo una ferma richiesta di cancellazione di questa proposta dall’agenda Fifa. Inoltre, il premier avrebbe sottolineato come questa iniziativa sia, per il presidente della Federazione palestinese Jibril Rajoub, nient’altro che un tentativo per farsi pubblicità. Con la speranza, in futuro, di ereditare la leadership di Abu Mazen.
Tra i paesi che maggiormente hanno rappresentato a Infantino l’impossibilità di affrontare questioni che nulla hanno a che fare con il pallone in sede Fifa anche la Federcalcio italiana. Su indicazione personale del presidente Carlo Tavecchio, si apprende dalla Figc, l’Italia avrebbe infatti mantenuto una posizione ferma e non negoziabile su questo punto. A Tavecchio e per conoscenza al presidente del Coni Giovanni Malagò (oggi confermato in carica per un nuovo mandato) la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, in una lettera concertata con il Presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello, si era rivolta ieri con un messaggio da trasmettere ai rappresentanti riuniti in Bahrein. “Permettere alla Fifa di diventare un campo di battaglia in una delle controversie politiche più complesse del mondo – le sue parole – porterebbe l’organizzazione ad interpretare un ruolo ben diverso da quello proprio”.
(11 maggio 2017)