Il ministro Minniti a Milano“Politiche rigorose sull’accoglienzasono garanzia per la sicurezza”
Per il ministro degli Interni Marco Minniti è scorretto fare l’equazione migranti-terrorismo. “Il problema della sicurezza è legato alle politiche di integrazione e accoglienza”, ha spiegato Minniti, e lo dimostra il passaporto dei terroristi islamisti che hanno colpito in Europa nel recente passato. “I terroristi di Charlie Hebdo erano francesi”, ha ricordato il ministro, parlando al pubblico di Milano, raccoltosi ieri per ascoltare il capo del Viminale dialogare con il giornalista del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi. Durante il confronto – organizzato dalla Fondazione Corriere e dedicato al tema dei nazionalismi e dell’emergenza migranti – Minniti ha spiegato che non è possibile accogliere tutti coloro che arrivano sulle coste italiane (40mila dall’inizio dell’anno a oggi, il 30 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2016). “Accogliere chi scappa dalla guerra e rimpatriare chi non ha diritto alla protezione umanitaria. Questo è l’unico modo per rispettare il contratto sociale che tiene insieme un Paese”, la posizione di Minniti, che ha indicato nella Libia il cuore del problema: “da lì arrivano il 90 per cento degli sbarchi e nessuno dei migranti è libico”. Da qui la decisione di Roma di siglare un patto con Fayez al Sarraj, primo ministro del governo di unità nazionale libico, con l’obiettivo di ridurre il flusso di migranti verso l’Italia. Sarraj rispecchia solo una parte del potere in cui è divisa la Libia. Seppur siamo come Italia e come Europa interessati alla pacificazione dello Stato libico, non possiamo aspettare che questa avvenga, il concetto espresso da Minniti, che ha aperto dichiarando che “l’Europa deve occuparsi dell’Africa, altrimenti sarà l’Africa a occuparsi dell’Europa”. Minniti ha rivendicato il ruolo italiano su questo profilo, spiegando come “negli ultimi tre mesi la guardia costiera italiana ha formato l’equipaggio delle motovedette libiche, che prima era composto da personale a volte corrotto”. Saper far fronte all’emergenza migranti, la tesi del ministro, tenendo fede ai principi della legalità, è l’unica risposta efficace contro i populismi e contro chi usa la questione migranti per soffiare sulla paura.
d.r.
(11 maggio 2017)