melamed, Regno Unito – Adolescenti allo specchio
Benché Theresa May insista nel dire che la Brexit ridarà nuovo smalto e una maggiore proiezione internazionale al Regno Unito finalmente libero dalla palla al piede europea, i segnali di un nuovo isolazionismo britannico si moltiplicano. Come altrimenti spiegare il fatto che Londra abbia deciso di servirsi dell’«opt-out» anche per la prossima edizione del rapporto Ocse-Pisa, quello che misura le competenze dei quindicenni di mezzo mondo? Gli alunni inglesi verranno, sì, misurati e confrontati con i loro coetanei di altre nazionalità sui loro livelli di apprendimento in lettura, matematica e scienze. Ma il ministero dell’Educazione ha deciso che non sottoporrà ai suoi alunni il nuovo questionario elaborato dagli analisti Ocse-Pisa per cercare di pesare una delle variabili fondamentali nel benessere degli adolescenti: l’immagine del corpo.
La felicità è un diritto?
Un errore gravissimo – secondo gli esperti Ocse – che considerano la salute fisica ed emotiva dei ragazzi tanto importante quanto i loro livelli di apprendimento. Ebbene, su questo specifico punto, gli studenti inglesi non se la passano affatto bene. Nell’ultimo rapporto Ocse-Pisa sul benessere degli studenti a scuola a uscire con le ossa rotte non sono solo gli italiani che – costretti da un sistema incentrato sui compiti a casa – si stressano tantissimo davanti alle verifiche e alle interrogazioni e per di più portano a casa risultati assai deludenti. Ma anche gli inglesi, che vanno certamente molto meglio di noi nei test ma ancora non hanno imparato la lezione dei padri pellegrini americani, i quali fin dal 1776 – anno della dichiarazione d’indipendenza da Sua Maestà – fissarono come un diritto inalienabile dell’uomo il perseguimento della felicità.
Il corpo è l’anima dei teenager
Pressati da un sistema ultra competitivo basato principalmente su test standardizzati, gli alunni inglesi sono fra i più stressati fin dalla scuola primaria. Non stupisce quindi che, arrivati alle superiori, risultino fra i più infelici al mondo (38esimi su 48). Ecco perché Tes, il settimanale di educazione fondato dal Times più di cento anni fa, nei giorni scorsi ha pubblicato un articolo per sensibilizzare i suoi lettori (cioè gli insegnanti) sulla necessità di non trascurare il benessere degli alunni, oltre che i loro risultati scolastici. Non solo gli studenti inglesi se la passano peggio di molti loro coetanei anche più bravi a scuola di loro, come per esempi i finlandesi, ma le ragazze sono ancora più infelici dei loro compagni di classe. Un dato – quest’ultimo – riconducibile secondo gli analisti Ocse proprio al diverso peso dell’immagine di sé: non che per i ragazzi non conti, ma sicuramente le ragazze vivono il proprio corpo in modo molto più drammatico (basti pensare alla maggiore incidenza dei disturbi alimentari). Da qui l’appello al governo a ritornare sui propri passi. Laconica la risposta: la decisione – ha fatto sapere un portavoce del ministero – è stata presa a gennaio 2016. Argomento chiuso.
Orsola Riva per il Corriere
(12 maggio 2017)