Menorà. Culto, storia e mito
Una narrazione in tre nuclei
Tre i grandi nuclei in cui si articola la mostra “Menorà. Culto, storia e mito” (in gran parte ospitata al Braccio di Carlo Magno, nei Musei Vaticani). Il primo ricostruisce la storia della Menorà dalla sua presenza nel Tempio di Gerusalemme fino alla dispersione a Roma. E cioè dall’antichità ai primi secoli dell’era moderna. Il secondo insegue invece il mito della Menorà nel tempo e nello spazio dalla tarda antichità al ventesimo secolo, analizzandone in particolare da un lato l’appropriazione delle sue forme in seno al cristianesimo per la creazione di candelabri cerimoniali, dall’altro il suo perpetuarsi quale forte elemento aggregante del mondo, della cultura e della identità ebraiche.
Il terzo nucleo infine offre una panoramica sul ventesimo e ventunesimo secolo, con varie raffigurazioni della Menorà opera di artisti di grande livello. Una vasta produzione che si svolge in un’epoca in cui, è stato spiegato, la destrutturazione del linguaggio artistico e della semantica visiva ha fornito inedite forme espressive a questo simbolo assurto anche a protagonista di capolavori della letteratura contemporanea come, tra gli altri, Il candelabro sepolto di Stefan Zweig.
(15 maggio 2017)