Roma, la campagna di prevenzione
“Social, ecco come vanno usati”
“Una vita da social”. La campagna educativa itinerante della Polizia di Stato sui temi dei social network, del cyberbullismo, dell’adescamento online e sull’importanza della privacy ha fatto tappa quest’oggi nel quartiere ebraico di Roma con due diverse postazioni, aperte per molte ore: su un truck scoperto posto davanti all’ingresso della sinagoga e con una serie di iniziative intraprese all’interno del cortile della scuola.
Un’attività, fortemente voluta da Gianni Zarfati (responsabile operativo per la sicurezza delle comunità ebraiche italiane), che ha coinvolto tutti gli alunni dell’istituto e inoltre genitori e insegnanti con molteplici attività di formazione e informazione. L’avvio di una serie di incontri che, è stato spiegato, è intenzione portare anche in altre comunità ebraiche locali.
“Si tratta di temi sempre più attuali, di minacce sempre più forte nella società contemporanea. La giornata odierna è stata quindi pensata come a un grande momento di raccolta, ma sono numerose le attività realizzate nel corso dell’anno per sensibilizzare i nostri ragazzi. E non soltanto loro” riflette Zarfati.
A fare gli onori di casa la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, intervenuta in apertura di giornata insieme al dirigente della Polizia postale Nicola Zupo. Al centro dell’iniziativa un progetto che nel corso delle tre edizioni precedenti, osserva Marco Valerio Cervellini, una delle anime della campagna, ha raccolto un grande consenso: gli operatori hanno infatti incontrato oltre un milione di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 106.125 genitori, 59.451 insegnanti per un totale di 8.548 Istituti scolastici, 30.000 chilometri percorsi e 150 città raggiunte sul territorio. E inoltre, una pagina Facebook con 108.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.
Successivamente a questi incontri, hanno fatto sapere i protagonisti di “Una vita da social”, è stato riscontrato un aumento consistente delle denunce di minori nei confronti di coetanei per episodi di bullismo e cyberbullismo.
(18 maggio 2017)