Oggi in Israele, Trump avvisa: “Arabi, cacciate i terroristi”
Sarà il Primo ministro Benjamin Netanyahu ad accogliere in queste ore Donald Trump nel suo primo viaggio in Israele da Presidente degli Stati Uniti. Trump inizierà infatti oggi il tour tra Tel Aviv, Gerusalemme e territori palestinesi: l’obiettivo dichiarato della Casa Bianca è quello di riavviare i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi e lavorare alla stabilizzazione del Medio Oriente. Per il secondo punto, Trump ha chiesto una mano ai 50 leader islamici incontrati ieri in Arabia Saudita: “l’obiettivo deve essere quello di creare una grande coalizione per distruggere il terrorismo e per segnare l’inizio della pace per il Medio Oriente”, ha detto il presidente Usa. Quattro i punti cardine emersi dal suo discorso, secondo il Corriere della Sera: in primis, un approccio pragmatico, su consiglio del generale Raymond McMaster, per consolidare l’alleanza con l’Arabia Saudita (con cui Trump ha firmato un accordo da 110 miliardi di dollari per la vendita di armi di vario tipo); in secondo luogo, il presidente Usa ha scelto di non parlare di scontro tra fedi ma di lotta tra bene e male; ha poi chiesto ai leader islamici presenti di unirsi in funzione anti-Isis e, ultimo punto, di isolare l’Iran. “Per decenni – ha dichiarato Trump – l’Iran ha portato distruzione e morte in Israele, in America. Ora conduce una politica di aggressione e destabilizzazione nelle regione”.
Trump e Israele. Secondo Alexander Stille, analista di Repubblica, il governo israeliano guidato da Netanyahu potrebbe trovarsi in difficoltà a seguito delle intenzioni di Trump sui negoziati di pace. I due leader da tempo dichiarano la propria reciproca stima e amicizia. Il presidente Usa ha anche tolto il vincolo sulla soluzione dei due Stati come unica via per la pace, fatto però, scrive Stille, che ora potrebbe mettere in una posizione scomoda il governo d’Israele: “Ora, con Washington che non pone ostacoli, Israele deve chiedersi – scrive l’analista – vogliamo davvero un unico Stato, vogliamo (noi sei milioni di ebrei ) governare all’infinito sei milioni di palestinesi e non solo circa 1,8 milioni di arabi che sono già cittadini israeliani?”.
Otto per mille. La comunità islamica si starebbe organizzando per beneficiare dell’Otto per mille, si legge in un articolo di Repubblica Affari e Finanza. “Da tempo realtà come l’Ucoii (l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche) stanno facendo pressing sul governo ed è nato anche il comitato promotore della Costituente Islamica Italiana che si è riunito di recente a Torino. – riporta il quotidiano – La Costituente sarà votata online, attraverso la piattaforma e-Shura, sarà proclamata all’inizio del 2018 e sarà composta da un minimo di 30 membri e un massimo di 100”. Un progetto volto dunque a organizzare una controparte con cui lo Stato italiano possa siglare un’intesa. L’articolo ricorda come tra lgli attuali destinatari dell’Otto per mille c’è anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Natalie Portman alla regia per parlare d’Israele. Arriva nelle sale italiane Sognare è vivere, il film diretto da Natalie Portman e tratto dal libro di Amos Oz Una storia di amore e di tenebra. “Sognare è vivere è ben più di una rievocazione storica della nascita dello Stato ebraico, – scrive Pierluigi Battista parlando della pellicola sul Corriere della Sera – come del resto il romanzo di Oz da cui è tratto e che è davvero uno dei vertici indiscussi della letteratura mondiale contemporanea. In questo film molto bello ci sono le tragedie personali, le tempeste della psiche, il dolore del mondo che non si può risolvere con nessuna ricetta della politica, foss’anche la migliore”.
Milano, l’aggressore della Stazione Centrale. Ismail Tommaso Ben Youssef Hosni, il ventenne che giovedì scorso ha ferito tre poliziotti in Stazione Centrale, è in isolamento nel reparto psichiatrico del Centro clinico di San Vittore. “Per capire chi sia davvero Ismail Hosni bisognerà aspettare i primi risultati dell’inchiesta che lo vede indagato per terrorismo internazionale. – scrive il Corriere della Sera – Il solo reato contestato resta quello di tentato omicidio. Ma sarà presto interrogato dai magistrati Alberto Nobili e Alessandro Gobbis, del pool antiterrorismo della Procura. Quanto ai video sull’Isis, pubblicati su Facebook dallo scorso settembre, Hosni ha raccontato di averli ‘guardati solo per curiosità’”. Il giovane ha dichiarato di aver fatto uso di cocaina prima dell’aggressione.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(22 maggio 2017)