Oltremare – Blindati
Gli inglesi dicevano “nebbia sulla Manica, il continente è isolato”, ed era ben prima che qualunque Brexit isolasse effettivamente la Gran Bretagna da ogni attività economica e politica che coinvolga il suddetto continente. Fatte le debite proporzioni, quando arrivano Presidenti americani in visita in Israele si può dire tranquillamente: delegazione internazionale in atterraggio, la capitale è isolata. La capitale nel senso di Gerusalemme: se qualcuno avesse dubbi vada ad interrogare in materia l’attuale ministro della cultura Miri Regev e il suo vestito lievemente politicizzato a Cannes.
È anche vero che isolare Gerusalemme non è difficilissimo; come tutte le antiche città arroccate su alture più o meno impervie, basta tagliare le strade di accesso e il gioco è fatto. Lo sapevano tutti i conquistatori che negli ultimi duemila anni hanno tentato, a volte con successo, di farla cadere. E lo sanno anche i responsabili della logistica ciclopica delle delegazioni presidenziali. Se non fosse che Israele è grande poco piu di un francobollo, andrebbe anche bene. Che isolino pure la capitale, noi si sta buonini in pianura e si fa finta di niente. Ma vista la minuscola natura del paese, per due giorni saremo tutti blindati, chi più chi meno, e saranno giorni in cui fare finalmente quel benedetto esame di coscienza e chiederci: ma perchè non siamo andati picconi alla mano a popolare il deserto del Negev oppure un angolo pietroso dell’alta Galilea? Lo spirito pionieristico, la natura dura ma giusta, la sabbia che non si lava via dagli scarponi neanche con la spazzola di ferro, la temperatura che dopo qualche anno ci si abitua ai quaranta gradi all’ombra ma l’ombra chi l’ha mai vista? Lontani da ogni traffico e ingorgo, e felici. Troppo tardi, per stavolta ancora ci tocca evitare ogni viaggio non strettamente necessario, e calcolare tempo triplo per ogni metro di percorrenza. Trump farà bene a far miracoli, in queste 48 ore scarse.
Daniela Fubini, Tel Aviv
(22 maggio 2017)