Unire gli estremi
“Le ideologie e il fanatismo portano alla divisione, al conflitto e alla chiusura. Bisogna tornare urgentemente a guardarsi e ad ascoltarsi, promuovere incontri e mettere a confronto culture e modi di pensare”[1]. Ancora una volta il convegno sull’educazione progressista che si svolge ogni anno a Lag BaOmer, promosso dal Seminar HaKibbutzim, ha avuto enorme successo e ha suscitato grandi emozioni. Personaggi di grande rilievo della società israeliana, artisti, scrittori, scienziati, appartenenti a partiti e concezioni diverse, si sono incontrati sul palco del teatro nazionale Habima, davanti a un pubblico di oltre mille educatori, docenti e professori per esplorare insieme nuove forme di un dialogo che unisce con creatività, rispetto e umiltà e per dar vita insieme a un nuovo ricamo umano, tessuto con coraggio, in collaborazione sinergica, dove ognuno offre il meglio di se stesso.
Lo scrittore Amos Oz, Rachel Fraenkel, madre di Naftali – uno dei tre ragazzi rapiti e brutalmente uccisi nel giugno 2014 -, Shimon Salomon, di origine etiope, alto grado in Tsahal e oggi direttore del collegio Kfar Silver, docenti arabi, ebrei ortodossi e medici si sono susseguiti sul palco e il messaggio trasmesso era comune e pronunciato con forza da tutti: stop al fanatismo, all’estremismo, abbiamo il dovere di dare l’esempio ai nostri allievi e ai nostri figli. Decine di associazioni hanno presentato i loro progetti educativi atti ad avvicinare, consolidare e trasmettere gli strumenti che aiutano a superare le difficoltà e i baratri sociali: attraverso l’arte, lo sport, la scienza e la tecnologia. Le voci partivano dal cuore e arrivavano direttamente all’anima. Questa nostra anima stanca di guerre, di ingiustizie, di un mondo che non riesce a imparare dalle esperienze passate e rinnova la sofferenza, l’isolamento e la violenza tra fratelli, tra vicini, tra correligionari. “Gli estremi hanno lo stesso volto. Entrambi creano disagio e paura, entrambi credono di avere in pugno la verità e i leaders devono essere accorti e responsabili, essere attenti a non condurre il popolo a schiantarsi verso un muro”, dice Amos Oz. In molti hanno parlato toccando tutte le corde delicate di questa arpa che è l’animo di coloro che credono che nell’educazione sia riposto tutto il futuro dell’umanità. Sinat Hinnam, l’odio gratuito, fu il motore distruttivo del Secondo Tempio di Gerusalemme. Impariamo dunque a rispettarci e a rispettare, a evitare il conflitto basato sul fanatismo delle proprie idee e cerchiamo le uniche fonti che possono recare benedizione: le fonti dell’amore gratuito, quell’amore che genera, crea, cura le ferite e aiuta a crescere sani.
Angelica Edna Calò Livne
[1] Dal discorso di aperture della prof.ssa Tamar Katko, organizzatrice del convegno
(24 maggio 2017)