PENSIERO EBRAICO La Torah da leggere nel presente
Catherine Chalier / LEGGERE LA TORÀ / Giuntina
Le letture fondamentaliste dei Testi sacri proiettano sul nostro tempo ombre e pericoli. All’opposto, l’approccio alla realtà scientifico e ateista omette il richiamo spirituale che i testi esercitano, deprivando il cammino dell’uomo di una linfa preziosa. Il saggio della filosofa francese Catherine Chalier “Leggere la Torà”, di recente pubblicazione per Giuntina, propone una visione spirituale dello studio della Bibbia, secondo un assunto di base, ovvero che la Torà ci parla del nostro presente. Un approccio che non offre soluzioni preconfezionate, che invita il lettore a trovare in ogni verso un riferimento al qui e ora, rendendolo attivo nella fruizione del testo e nell’elaborazione spirituale del contenuto, sollecitando intelligenza e cuore a trovare risposte.
Allieva e interprete di Emmanuel Lèvinas, la Chalier in questo saggio si “allea” con grandi pensatori del ‘900, a partire dallo stesso Lèvinas, per continuare con Franz Rosenzweig, filosofo ebreo tedesco il cui pensiero è inscindibile dagli studi ebraici, e Paul Ricoeur, pensatore protestante e teologo.
Scrive l’autrice: “La lettura spirituale non si oppone alla ragione, non si rifà solo agli affetti, alla fantasia, al sogno o alla divagazione, incoraggia la ragione a mettersi all’ascolto di ciò che la trascende e di cui il linguaggio del libro è testimone”. Un testo che riporta al centro del filosofare i Testi sacri, invitando a uno studio che sappia coglierne la ricchezza di senso e i mille stimoli, e invitando al contempo a evitare ogni lettura aridamente dogmatica.
Marco Di Porto