Libia, storia di un ultimo esodo
Il 5 giugno 1967 per gli ebrei libici rappresenta l’ultimo capitolo doloroso di una storia secolare soppressa nella violenza. Il primo dei Sei giorni del famoso conflitto che mezzo secolo fa segnò una fondamentale vittoria israeliana sul mondo arabo, coincise infatti con una sanguinoso e programmato pogrom in Libia contro la Comunità ebraica locale. Anni di violenze e repressioni culminarono in quell’ultimo brutale episodio, di cui in questi giorni cade il cinquantenario e che portò gli ebrei libici ancora rimasti nel Paese ad abbandonarlo per sempre, trovando rifugio in Italia. A raccontare la loro storia, il film Libia – L’ultimo esodo diretto dal regista Ruggero Gabbai e realizzato insieme allo psicanalista David Meghnagi, testimone diretto delle vicende libiche. La pellicola, in un evento realizzato grazie all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sarà per la prima volta proiettata martedì 6 giugno a Milano (Cinema Orfeo – ore 20.00). “Si tratta di un anno di lavoro che affonda le radici in un progetto precedente, che voleva raccontare della Libia italiana e in cui ovviamente gli ebrei avrebbero avuto un ruolo fondamentale”, racconta Gabbai, spiegando la genesi del film prodotto da Forma International e finanziato grazie a investitori privati. “In un secondo momento abbiamo deciso di concentrarci solo sull’importante realtà dell’ebraismo libico e ne è nato un film che è una cronistoria di questo mondo – racconta Gabbai – Grazie al prezioso lavoro di David Meghnagi ho potuto capire e inquadrare le vicende della Comunità ebraica di Libia ed è di questo che si parla nel film, grazie anche a preziose testimonianze raccolte tra l’Italia e Israele”. Italia e Israele infatti furono le due destinazioni scelte dagli ebrei di Tripoli e Bengasi per fuggire dalle violenze: chi non fece l’Aliyah, trovò rifugio nel Bel Paese, a Roma soprattutto e Milano. “Come raccontano alcuni testimoni nel film, molti arrivarono in Italia senza più nulla ma qui trovarono la libertà”, spiega il regista, sottolineando come la realtà ebraica libica “sia da sempre caratterizzata da una forte dimensione tradizionalista e da un grandissimo legame con Israele”. “Ricordare la storia di questo mondo è importante – afferma Gabbai – Ed è era fondamentale riuscire finire la pellicola in occasione del cinquantenario”. Come scriveva su Pagine Ebraiche Meghnagi, assessore alla Cultura UCEI, attraverso la celebrazione dei cinquant’anni dell’esodo libico, “l’Ebraismo italiano prende atto con ciò che ne consegue, di cambiamenti più ampi cui è andato incontro lungo l’arco degli ultimi decenni con altri arrivi che li hanno preceduti da altre parti del mondo arabo e islamico. Dei 26.000 ebrei circa iscritti alle Comunità ebraiche italiane oltre il 30 per cento è costituito da persone la cui storia famigliare è di- rettamente e indirettamente collegata alle vicende della persecuzione degli ebrei nel mondo arabo. Un dato non in- differente e che ha delle implicazioni politiche e culturali, nei rapporti con il mondo esterno, ma anche interne nel modo in cui gli ebrei italiani percepiscono se stessi e nei rapporti con le gran- di realtà della migrazione ebraica in Israele”.
(4 giugno 2017)