Soldati delle paludi

lotoroNel giugno 1933, presso il distretto di Emsland, il Reich inaugurò tra Neusustrum, Börgermoor ed Esterwegen un modulo di 15 Campi di concentramento e internamento militare sul modello della colonia penale; i prigionieri erano impiegati per la bonifica ed estrazione di combustibile fossile presso le paludi al confine con i Paesi Bassi.
Negli Emslandlagern furono trasferiti 80.000 civili e, dal 1941, 180.000 prigionieri di guerra sovietici.
A Börgermoor il poeta e sindacalista tedesco Johann Esser e l’attore e regista tedesco Wolfgang Langhoff scrissero il testo dell’inno Wir sind die Moorsoldaten denso di riferimenti alla caduta del Reich e altresì conosciuto come Moorsoldatenlied; autore della musica era l’attivista politico e membro della Resistenza tedesca Rudi [Rudolf] Goguel, arrestato il 27 settembre 1934.
Il Moorsoldatenlied, considerato a buon diritto il primo brano musicale della letteratura musicale concentrazionaria, conobbe una vasta diffusione presso gli Emslandlagern e in altri Lager grazie a un fisiologico meccanismo di trasmissione orale che imprescindibilmente accompagnava trasferimenti e liberazioni di deportati; l’attore tedesco Erich Mirek, riparato a Praga dopo un breve periodo di detenzione a Börgermoor, consegnò il Moorsoldatenlied al gruppo di agitazione e propaganda anti–nazionalsocialista Das Rote Sprachrohr che provvide a pubblicarlo e divulgarlo.
L’inno fu arrangiato e metricamente adattato dal compositore austro–tedesco (nonché collaboratore di Bertolt Brecht) Hanns Eisler, riparato a Londra; Moorsoldatenlied fu altresì cantato e divulgato nel 1937 dal cantante, attore e regista tedesco Ernst Friedrich Wilhelm Busch presso le Brigate Internazionali accorse in Spagna a sostegno dei repubblicani durante la Guerra Civile Spagnola.
A Ravensbrück la scrittrice e combattente antifascista italiana Maria [Mara] Montuoro realizzò una versione in lingua italiana per coro femminile, a Dachau nacque una versione in lingua francese conosciuta come Les Chant des Marais; a Sachsenhausen il compositore polacco Aleksander Kulisiewicz realizzò nel 1941 una ulteriore versione del Moorsoldatenlied chiamata Hymn e in più lingue, a guisa di inno internazionale dei deportati nei Lager d’Europa.
Tra marzo 1940 e novembre 1941 presso il Campo di Rieucros, aperto in territorio francese prima dell’armistizio franco–tedesco e in seguito passato sotto il controllo di Vichy, l’attrice austro–tedesca Steffi Spira, la scrittrice ceca Lenka Reinerová e altre deportate crearono testi di poesia e prosa in lingua francese e tedesca, canzoni su melodie tedesche e una versione del Moorsoldatenlied.
Il violinista e compositore ebreo polacco Artur GoldSu disposizione del comandante di Treblinka Kurt Hubert Franz, il quale desiderava che il Campo si dotasse di un proprio inno da intonarsi alla fine dell’appello, il violinista e compositore ebreo polacco Artur Gold (nell’immagine, fu ucciso nell’agosto 1943 durante la rivolta del Campo) stese e arrangiò per orchestra il canto corale Fester Schritt su testo dell’ebreo ceco Walter Hirsch ispirandosi al Buchenwalder Lagerlied scritto nel 1938 a Buchenwald da Hermann Leopoldi e diffuso presso numerosi Campi.
Dell’inno Fester Schritt sono pervenute due versioni: nel docufilm Shoah del regista francese Claude Lanzmann (Historia Film & Ministère de la Culture de la Republique Française, Parigi 1985) lo SS–Unterscharführer Franz Suchomel che operava a Treblinka dichiarò che fu lui stesso e non già Walter Hirsch a scrivere il testo di Fester Schritt e che fu il comandante Franz a portare la melodia da Buchenwald a Treblinka; nel docufilm di Lanzmann è possibile ascoltare Suchomel cantare l’inno.
I Lager erano dotati di invisibili antenne fatte di tam–tam tra deportati (i più recenti portavano notizie più aggiornate), scambi di informazioni tra kapò e anziani di camerata, personale addetto ai lavori esterno ai Campi, infiltrati; come una spugna umana, i Campi intercettavano ogni informazione circa lo sviluppo bellico e mutamenti strategici e geopolitici dovuti alla Guerra in corso.
Simili antenne erano un tutt’uno con i palcoscenici (quelli, invero, visibili) allestiti nei Campi di qualsiasi tipologia e talora fungevano da catalizzatori di energie creative a idee artistiche; basti pensare all’esplosione di canti, inni e altro materiale musicale coincidente con lo sbarco in Normandia e il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944 a Rastenburg.
Da sempre le idee sono al timone del mondo e, laddove l’arte assume il comando della nave, si producono non soltanto giganteschi fenomeni dell’ingegno come quelli della musica creata in cattività (attualmente viaggiamo verso le 11.000 opere archiviate presso l’Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria di Barletta) ma altresì casi di totale permeabilità tra agglomerati umani – fuori e dentro i Campi – che tra loro non potevano per natura comunicare.
Fenomeno sismico della Storia, la Musica è sommatoria di eventi imprevedibili nei tempi e incontrollabili nella loro portata.

Francesco Lotoro

(7 giugno 2017)