FILOSOFIA Emmanuel Levinas e lo sguardo sul mondo
Hans Kelsen, uno dei più grandi filosofi del diritto del XX secolo, riteneva che il superamento di elementi metafisici nel campo conoscitivo fosse speculare all’emancipazione da presupposti teologici nelle scelte valoriali e giuridiche. Dimenticato ogni dualismo “tra l’esperienza e la trascendenza”, l’uomo avrebbe riconosciuto l’ambito della contingenza come l’unico mondo esistente evitando così di cadere nella “teoria dell’immagine”* dove un dato fattuale è riconosciuto in quanto si approssima al suo archetipo (mondo delle idee) e un valore è affermato poiché lo si presume desunto da una matrice preesistente (valori rivelati). Sono, questi, dei passaggi obbligati per approdare alla razionalità della conoscenza e alla responsabilità delle proprie scelte? Levinas, riqualificando la nozione di metafisica come rottura della totalità dell’essere, presenta uno scenario quasi agli antipodi, ove in assenza di metafisica l’uomo si chiuderebbe in un solipsismo che non solo ostacolerebbe ogni ambito del convivere ma, più radicalmente, impedirebbe la conoscenza, facendo regredire l’interazione con il mondo a un rapporto di possesso, di fusione. Non sono passaggi lineari, ma l’aspetto strettamente teoretico del primato etico in Levinas è un tema affascinante, indagato ad esempio dal matematico e filosofo della scienza J-M Salanskis. Una delle possibilità aperte dall’impostazione di Levinas pare dunque quella di fornire gli strumenti per una critica alla tesi secondo la quale uno sguardo razionale sul mondo sia eo ipso uno sguardo spurgato da ogni riferimento al trascendente. Sembra quasi di intravedere un equilibrio per cui la metafisica quale desiderio di infinito impedirebbe all’umanesimo di scivolare in forme di idolatria del contingente e l’umanesimo impedirebbe a tale desiderio di inebriarsi di sé dimenticando le ragioni del “qui e ora”, ovvero la sua declinazione nell’immanente dove, per tornare a Salanskis, il desiderio di infinito si fa vettore di conoscenza, di rinnovamento [hidush].
*Le due citazioni sono tratte da: “La dottrina del diritto naturale ed il positivismo giuridico”, Appendice a, H. Kelsen, Teoria generale del diritto e dello stato, p. 427. Devo ringraziare il prof. P. Di Lucia per la segnalazione di questi passaggi.
Cosimo Nicolini Coen