41bis…

Povero Caino. Dopo aver crudelmente ammazzato il fratello ed aver provato a negare di averlo fatto si ritrova punito, esiliato dalla società allora conosciuta e costretto a vagare nel mondo (ancora non esistevano né il carcere né il regime di 41bis). Povero Caino che a quel punto teme, come sottolinea Sforno, che la sua punizione sia più grande di quello che Dio avesse stabilito per lui ed infatti rivolgendosi all’Eterno gli dice: “Ecco, tu mi scacci oggi dalla faccia di questo suolo e sarò nascosto dalla tua faccia; e sarò vagabondo e fuggiasco per la terra, e avverrà che chiunque mi troverà mi ucciderà”. (Genesi 4,14) Un bel problema, povero Caino: dopo aver compiuto a sangue freddo il primo assassinio della Storia, nonché il primo fratricidio, ora teme che la punizione sia troppo dura e troppo estrema, una sorta di 41bis troppo radicale. Ma Dio risponde a Caino che: “Chiunque ucciderà Caino, egli sarà punito sette volte” E l’Eterno mise un segno su Caino affinché nessuno trovandolo, lo uccidesse.”
Il povero Caino non deve temere perché la sua punizione è giusta e chiunque dovesse colpirlo sarebbe punito sette volte di più, ma certamente la punizione non può essere rimossa in nome della sua paura o in nome del suo terrore o del rischio che lui possa essere ammazzato perché solo ed in esilio. Dio si occuperà della sicurezza di Caino, della sua salute e del fatto che egli viva scontando la sua pena, ma certamente Dio non può permettere che Caino non sconti la sua pena, che la certezza del diritto venga eliminata da sentimenti, che seppur umani, non devono mai far dimenticare che Caino non deve essere ammazzato perché deve vivere la propria vita e deve anche affrontare la propria morte dignitosa, ma questo non vuol dire che lui possa essere esentato dalla pena e dall’esilio dalla società.
“Allora Caino si allontanò dalla presenza dell’Eterno e dimorò nel paese di Nod, ad est di Eden.” (Genesi 4,16)
E rimase, Caino, in regime del 41bis curato fino alla fine dei suoi giorni, aspettando una fine dignitosa, che non svilì il dolore e le tragiche conseguenze del suo assassinio.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(9 giugno 2017)