Analisi scorretta – Il pericolo
La settimana scorsa dopo che l’Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo hanno interrotto le loro relazioni con il Qatar, accusato di sostenere il terrorismo, il Presidente Trump ha dato l’impressione di approvare la decisione twittando: “La mia visita da già risultati. Forse è l’inizio della fine del terrorismo”.
Daniel Pipes, esperto di Medio Oriente, che è stato anche consigliere del Presidente Bush jr. ed è noto per le sue posizioni neo-con e molto dure nei confronti dei radicali islamisti, intervistato da Paolo Mastrolilli su La Stampa circa la posizione espressa da Trump in merito ai rapporti con tra i sauditi e il Qatar, ha risposto che il Presidente americano aveva assunto quella posizione “Perché è un dilettante. Quanto è accaduto – ha aggiunto Pipes – spinge il Qatar verso l’Iran, mette a rischio le importanti basi americane nel Paese e nella regione, aumenta le tensioni tra gli alleati occidentali e avvicina la guerra diretta tra Riad e Teheran. Nulla di tutto questo conviene agli Usa”
In una risposta di quattro righe Pipes ha fatto un intero editoriale. La cosa interessante è che critiche cosi forti al Presidente non giungono dal campo democratico, ma da un repubblicano conservatore. Per questo la preoccupazione è sempre più forte perché il pericolo di un confronto diretto nel Golfo ci sembra reale, altrimenti perché Trump avrebbe deciso di armare i Sauditi? Pipes, grande sostenitore di Israele, nei giorni scorsi aveva criticato il Presidente Trump per essersi avvicinato troppo all’Arabia Saudita. Se le tensioni nel Medio Oriente crescono e il confronto tra i musulmani si fa più duro, non è detto che Israele ci guadagni.
Anselmo Calò
(12 giugno 2017)