Portico d’Ottavia, la visita virtuale
con la testimonianza del Moretto
Pacifico Di Consiglio, il “Moretto”, continua a far parlare di sé. Dopo l’uscita in gennaio di Duello nel ghetto, il libro di Maurizio Molinari e Amedeo Osti Guerrazzi pubblicato da Rizzoli che ha descritto nei dettagli le iniziative assunte da questo coraggio ebreo romano che, sotto il nazifascismo, ebbe l’ardire di ribellarsi al regime e di sfidare a viso aperto i propri nemici, sfuggendo anche più volte dalla detenzione, è la volta di un riconoscimento internazionale di questa storia.
Detour, azienda americana specializzata in audioguide, ha infatti scelto la vicenda del Moretto per illustrare uno degli otto itinerari tematici sviluppati da un team di esperti a Roma.
Sarà il Moretto stesso a guidare i turisti nell’area del Vecchio Ghetto, grazie a un’applicazione già disponibile sul sito e sviluppata attraverso alcune tecnologie d’avanguardia.
Un giovane Pacifico, interpretato da un attore anglofono, accompagna i turisti nel quartiere. Una testimonianza in prima persona, ispirata alla sua storia e a quella dell’insieme degli ebrei romani in quei mesi drammatici. Si parte dal celeberrimo ricatto dell’oro operato dai nazisti alla vigilia della cattura, per approfondire i diversi momenti che seguirono. La tensione crescente, il rastrellamento, la deportazione nei campi di sterminio. Ma anche le vicende di chi, come Moretto, incurante del pericolo scelse di tornare a vivere tra quelle strade e quelle piazze.
“Vai nel luogo di partenza del tour, e una voce ti guida passo dopo passo. Grazie al gps che identifica la tua posizione con un margine di un paio metri, puoi essere letteralmente accompagnato da Moretto in questa visita. È come se questo straordinario personaggio ti prendesse per mano” spiega a Italia Ebraica Massimo Bavastro, l’autore dell’itinerario.
Nell’occasione la Detour ha stipulato un accordo con il Museo ebraico romano per esporre alcuni documenti riguardanti Moretto, tra cui una lettera scritta dal carcere di Regina Coeli (gli originali sono custoditi alla Casina dei Vallati, nella sede della Fondazione Museo della Shoah).
Scrive Moretto nel maggio del 1944, dalla sua cella: “Albergo di Regina Coeli. Via della Lungara. Terzo braccio camera 326. Buongiorno a tutti i miei. Scrivo a tutti, ma particolarmente mi rivolgo ad Angelica perché in ultimo era una seconda mamma. Mi raccomando di non piangere e non abbatterti. È destino del Signore perché l’ho sempre creduto, lo credo e lo crederò anche di più fin quando avrò un filo di vita”. Aggiunge lo scrivente sul retro: “Arrivederci, perché ritornerò”. La parola ‘ritornerò’ è in maiuscolo ed è sottolineata due volte. Un chiaro messaggio, il manifesto delle sue intenzioni future.
“Ancora mi sorprende l’interesse suscitato dalla figura di mio padre” osserva Alberto Di Consiglio. “Ho conosciuto il responsabile Europa della Detour, Michael Epstein, ed è rimasto subito colpito da quello che accadde qua e da come reagì Pacifico. Tanto che lo ha voluto inserire da protagonista tra i percorsi di Roma, unica città Italiana inclusa nel progetto. Beh, è un’attestazione molto emozionante e significativa. Il segno tangibile di una vicenda che conquista sempre di più il grande pubblico, ben oltre i confini della Roma ebraica”.
Qua il link per l’itinerario di Moretto: https://www.detour.com/rome/jewish-resistence#
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(13 giugno 2017)