Strage di Brescia, due ergastoli
e un verdetto che fa giustizia

rassegnaCome scrive il Corriere della Sera, la giustizia italiana ha messo la parola fine all’accertamento della verità sulla strage di Brescia. Dopo 11 processi, la Corte di Cassazione ha dichiarato colpevoli Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, i due appartenenti alla formazione neofascista Ordine Nuovo che erano accusati dell’esplosione del 28 maggio 1974 quando in piazza della Loggia morirono 8 persone e altre 100 rimasero ferite. Quella confermata in Cassazione, è la prima condanna per una strage politica. “Oggi, con questa conferma degli ergastoli, – dice a Repubblica Manlio Milani, sopravvissuto alla strage in cui ha perso la moglie – abbiamo trovato un senso a tutti questi anni d’attesa, siamo finalmente dentro la storia di questo Paese. C’era chi ci voleva umiliare, invece abbiamo portato avanti i valori della legalità, insieme a magistrati, investigatori, pezzi di Stato per bene. Siamo memoria, ma serviremo ancora”.

Kushner in Israele per il processo di pace e Gaza è senza elettricità. Inizia in queste ore la visita in Israele del consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Jared Kushner. Il genero di Trump incontrerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas a Ramallah per parlare del rilancio dei negoziati di pace. Abbas ha deciso di non saldare il conto per l’erogazione di energia elettrica da parte di Israele alla Striscia di Gaza e così la zona si trova ora con la possibilità di usare la corrente solo per quattro ore al giorno. La decisione del leader palestinese è nata dalla volontà di mettere pressione sul gruppo terroristico di Hamas che controlla la Striscia, spiega Repubblica. Il premier israeliano Netanyahu invece ieri ha annunciato la costruzione di un nuovo insediamento destinato ad alloggiare i residenti dell’avamposto illegale di Amona, sgomberato in febbraio su ordine del tribunale perché costruito su terreni palestinesi. Chiamato Amichai, il nuovo insediamento sorgerà a nord di Ramallah (Avvenire).

Italia, il volto dei neofascisti del terzo millennio. Su Repubblica Paolo Berizzi racconta l’universo neofascista di CasaPound Italia (CPI)e di come il movimento sta lavorando per accrescere il proprio sostegno, operando sul territorio italiano e stringendo rapporti con le estreme destre europee. Per il think tank inglese Demos, ricorda Berizzi, “CPI enfatizza lo scontro fisico e ha visioni estreme e antisemite”. La violenza poi fa parte del metodo politico del movimento, spiegava la Cassazione: “Le condotte di CPI non sono circoscritte a occasionali episodi di violenza” ma, si legge in una sentenza, derivano da “una strategia orientata alla sovversione del fondamento democratico del sistema”.

Under 21 ad Auschwitz-Birkenau. Visita al Lager in Polonia per la nazionale di calcio Under 21 ieri. “Neanche nell’immaginario più crudele, un inferno che non deve succedere mai più… SHALOM”, il pensiero dell’attaccante Andrea Petagna, il cui bisnonno fu deportato in un campo di concentramento (Gazzetta dello Sport). Il gruppo azzurro, scrive il Corriere dello Sport, a metà mattinata ha voluto rendere omaggio alla memoria di tutti i morti: il capo-delegazione Oriali e il capitano dell’Under Benassi, seguiti dall’intera comitiva, hanno sistemato la corona di fiori poco distante dal cancello con la scritta Arbeit macht frei; il lavoro rende liberi. Poi un lungo silenzio e tante lacrime dovute al sapore dell’orrore che ancora pervade l’aria”.

Mezzo secolo di Shalom. Al Teatro Eliseo di Roma si è tenuta ieri la festa per i cinquant’anni di Shalom, il mensile della Comunità ebraica della Capitale. “Durante la guerra dei Sei giorni, cinquant’anni fa, ci chiedevamo cosa sarebbe stato di noi. Così avemmo l’idea di fondare la rivista, che parlasse di noi in prima persona”, ha ricordato Lia Levi, fondatrice del giornale. “Una sera di festa, per un periodico che guarda al passato rivolgendosi al futuro”, le parole della presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello (Il Messaggero Roma).

Firenze, al via il Balagan Cafè. Sul dorso fiorentino di Repubblica e Corriere, la presentazione del programma della nuova edizione del Balagan Café che aprirà i battenti domani sera. “Uno degli appuntamenti più amati dai fiorentini a giudicare dall’affluenza di pubblico, – scrive Repubblica – eppure a rischio chiusura per mancanza di fondi; a questo serve il crowdfunding lanciato su Eppela.com sottoscrivibile fino al primo luglio, un appello raccolto con entusiasmo tanto che il Balagan Cafè, sotto la guida del direttore artistico Enrico Fink, s’è fatto coraggio e da domani riparte con un calendario di cinque serate, più quella del 10 settembre per la Giornata europea della cultura ebraica”.

In nuovi nomi per il Giardino del Monte Stella. Nelle scorse ore il Comitato dei Garanti dell’Associazione Giardino dei Giusti di Milano, composta da Comune, Gariwo e Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane), ha ratificato le scelte espresse dall’Assemblea in vista della prossima Giornata europea dei Giusti (6 marzo 2018): “I Giusti dell’accoglienza. Oltre i confini per abbattere i muri”. Tra le figure storiche, Ho Feng Shan, console cinese a Vienna che fornì a diversi ebrei austriaci i visti di espatrio permettendo la loro salvezza, mentre rispetto all’attualità è stato scelto come esempio di giusto contemporaneo Costantino Baratta, muratore e pescatore diportista di Lampedusa che ha accolto e aiutato i profughi sull’isola e ha salvato una decina di loro durante la strage del 3 ottobre 2013 (Avvenire Milano e il Giorno Milano).

Segnalibro, la Svizzera e rapporti con i nazisti. A quindici anni dal Rapporto Bergier che, sia pure con toni “accorti”, aveva messo in discussione l’apparente neutralità della Confederazione nei confronti del nazismo, arrivano nelle librerie elvetiche nuove ricostruzioni che fanno luce su quel controverso legame, scrive Avvenire parlando in particolare del libro La Svizzera e la Seconda guerra mondiale nel Rapporto Bergier (Casagrande) dello storico Pietro Boschetti. Secondo Boschetti il coinvolgimento della Confederazione, nella guerra di Hitler, “non fu solo inevitabile, ma voluto”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(21 giugno 2017)