Una piccola mitzvah

angelica edna calò livneNell’accogliente casa dell’ambasciatore d’Italia in Israele, Francesco Maria Talò, a Ramat Gan si svolge una serata per il Ramadan. Giungono ospiti da tutto il Paese. Molti hanno studiato nelle università italiane e parlano perfettamente la lingua. Molti rivestono oggi cariche importanti in campo politico, universitario o nella ricerca. Tra i prestigiosi personaggi c’è Sharif Sharif-Safadi di Nazaret. Tra un piatto di insalata di mozzarelline e un assaggino di pizza ripiena di Nutella, ci sediamo su un divano e io comincio a interrogare lui e la sua signora per vedere quanto tempo impiego per scorgere un piccolo legame e un’occasione per iniziare una conversazione. “Siamo di Nazaret, e mio marito è il vice sindaco della città”, mi racconta la signora. “Noi siamo di Sasa, sul confine…” rispondo io e vedo negli occhi del dottor Sharif un lampo di entusiasmo: “Sasa? La conosco benissimo! Ho studiato archeologia, sono stato guida turistica e conosco una cara persona”, mi dice Sharif e esordisce con un bella storia. “Ho studiato all’Università Ebraica di Gerusalemme e molti anni fa, durante una partita di basket, sono caduto. Non potevo muovermi, la gamba era rotta. Due ragazzi italiani, studenti come me, mi portarono all’ospedale, caricandomi sulle spalle, rimasero con me finché la gamba non fu ingessata. Siamo rimasti amici fino ad oggi. Uno di loro, Marco Della Seta, ha un fratello a Sasa e sono venuti a farci visita qualche tempo fa a Nazaret…. L’altro si chiama Luzzatto..”. “Gadi Luzzatto Voghera” domando, “Si!” e gli si illuminano gli occhi! E si illuminano anche i nostri! Continuiamo a chiacchierare e ci lasciamo come ci si accomiata da vecchi amici, con un abbraccio e la promessa di rivederci. Qualcuno, prima di noi ha fatto sì che, con una piccola mitzvah si creassero nuovi incontri, buone sensazioni, catene di semplici umani eventi che uniscono, che permettono di conoscersi e abbattere qualunque barriera.

Angelica Edna Calò Livne

(21 giugno 2017)