Centro Bibliografico UCEI,
i tesori da riscoprire

Grande successo sta riscuotendo il nuovo ciclo di seminari “Il popolo dei libri. Un viaggio attraverso i testi della tradizione ebraica”, frutto della collaborazione tra il Centro Bibliografico e l’Area Formazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, inaugurato a maggio con l’introduzione alla lettura della Bibbia, a cura di rav Alberto Piattelli. Questo ciclo, oltre a fornire strumenti metodologici e chiavi di orientamento nella vasta letteratura della tradizione ebraica, intende valorizzare la sede stessa che li ospita: il Centro Bibliografico, con la sua preziosa Biblioteca. Alcune Cinquecentine e un Sefer Torah del XIV-XV sec. sono stati i protagonisti, mercoledì 21 giugno, del secondo seminario – “Dal manoscritto al libro.  Alla scoperta dei tesori del Centro Bibliografico dal XV al XX secolo” –, a cura di rav Amedeo Spagnoletto, scriba, restauratore di testi sacri ebraici e curatore della catalogazione proprio degli antichi tesori di questa biblioteca. Per l’occasione questi testi sono usciti dal sottoscala ed eccezionalmente sono stati esposti a un pubblico appassionato ed emozionato, consapevole del valore di ciò che aveva sotto gli occhi e attentissimo alla magnetica lezione di rav Spagnoletto: al suo modo esperto e delicato di maneggiare, sfogliare, srotolare e riarrotolare i testi, alla prontezza nell’individuarne singole lettere, correzioni apportate, tipo di inchiostro, di materiale e di cuciture.
Dalla lettura di un libro vivente nella sua antichità e plurale nella sua unità – come ha spiegato rav Piattelli nello scorso seminario – si è dunque passati alla delicata questione di come scrivere la Bibbia, per la quale – mette in guardia rav Spagnoletto – non si può prescindere dal Talmud: come abbiamo già detto per la lettura, anche la scrittura non è mai ereditaria. Non basta imparare attraverso il testo di altri, bisogna riscriverlo per conto proprio, esigenza considerata dagli antichi maestri un vero e proprio precetto (T.B., Sanhedrin 21b). “Chi acquista un Sefer Torah dal mercato – insegnano i nostri rabbini – è come se eseguisse un precetto senza attenzione, se lo scrive, è come se l’avesse ricevuto dal Sinai” (T.B., Menachot 30a). Non basta quindi copiare, bisogna farlo anche con attenzione e – come sempre nell’ebraismo – responsabilità: “stai attento nel lavoro” – così Rabbi Ishmael ammonisce uno scriba –, “perché la tua opera è una occupazione celeste. Potresti escludere o aggiungere una sola lettera. E così distruggere tutto il mondo” (T.B., Eruvin 13a). La valorizzazione del contributo individuale di ciascuno alla lettura e scrittura della Bibbia – ci insegna il Talmud – non va confuso con l’arbitrio e fin nel più piccolo gesto di comporre una lettera in un modo anziché in un altro comincia la giustizia, condizione dell’esistere.
È quanto impariamo anche da quest’altro bellissimo brano, letto da rav Spagnoletto, nel quale le regole per scrivere le lettere sono tratte dai trucchi che i bambini a scuola inventano per ricordarsele: “ghimel / dalet sono acronimo di ‘colui che aiuta i poveri’. Perché la ghimel porge la zampetta alla dalet? Perché così fa chi vuole aiutare il povero, lo va a cercare” (T.B., Shabbat 104a). Duplice è l’insegnamento di questo brano: l’etica si nasconde nel dettaglio di una ghimel e i bambini che imparano l’alfabeto sono essi stessi maestri e legislatori.

Raffaella Di Castro

Prossimi appuntamenti:
 
Mercoledì 27 Settembre, ore 18 – Introduzione al mondo dei Profeti con maskil Gadi Piperno
“Vite dedicate. Alcune figure di profeti nella Bibbia”
 
Mercoledì 25 Ottobre, ore 18 – Introduzione al Midrash e all’esegesi rabbinica con rav Roberto Della Rocca

(26 giugno 2017)