EDITORIA Giuntina, 2037 anni di storia

giuntina 2037Giuntina, 2037 anni di storia. Questo è il titolo che Daniel Vogelmann ha scelto per la sua conferenza, tenutasi negli scorsi giorni all’Università di Firenze per gli studenti della Scuola di Studi Umanistici e della Formazione, promossa e organizzata da chi scrive con il patrocinio del Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi interculturali e del Corso di Laurea magistrale in Lingue e Civiltà dell’Oriente antico e moderno.
Sfidando l’intensa calura di una precoce estate è intervenuto un pubblico numeroso e molto attento, commosso dalle parole sommesse e toccanti di Vogelmann. Gli studenti si sono mescolati a tanti docenti e amici venuti dall’Università e dalla città.
L’editore ha inteso evocare in primo luogo la memoria del padre Schulim, ebreo galiziano, trasferitosi negli anni ‘20 a Firenze, le cui vicende drammatiche si sono profondamente intrecciate con la storia della Tipografia Giuntina, dove iniziò a lavorare come compositore a mano, per poi diventarne il direttore nel 1928.
Questa storia si spezza dolorosamente con l’arresto e la deportazione nel 1944. Reduce da Auschwitz, sopravvissuto anche grazie al suo mestiere di tipografo, Schulim ritorna a Firenze e riprende alacremente la sua attività presso la Tipografia, fino a diventarne il proprietario.
A chi gli chiedesse la sua età, Schulim soleva rispondere aggiungendo agli anni della propria vita 2000 anni, ovvero il tempo dell’esilio ebraico.
Queste sono le radici della vicenda umana ed imprenditoriale del figlio Daniel, che nel 1980 (…2037 anni fa…) fondò la casa editrice Giuntina, la cui prima pubblicazione, nella collana “Schulim Vogelmann”, dedicata proprio alla memoria del padre, fu La Notte del premio Nobel Elie Wiesel, tradotta dallo stesso Vogelmann.
Negli anni si sono aggiunti più di settecento titoli sulla cultura ebraica.
Nell’incontro Daniel Vogelmann ha ripercorso la storia recente della casa editrice fiorentina, segnandone le principali tappe e ricordando il nuovo e significativo apporto del figlio Shulim, che ha lo stesso nome del nonno. Sono state menzionate le collane come “Diaspora”, “Vite”, e “Israeliana”, quest’ultima dedicata alla letteratura israeliana contemporanea, citando, tra i numerosi autori che vi contribuiscono, Yoram Kaniuk, Yehoshua Kenaz, fino alla giovane Ayelet Gundar-Goshen. L’editore si è soffermato sull’ambizioso progetto di traduzione del Talmud Babilonese, avviato nel 2016 con la pubblicazione del trattato “Rosh haShanà”. Ha ricordato infine le prestigiose riviste “Materia Giudaica” e “La Rassegna Mensile di Israel”, il cui ultimo ampio numero monografico è dedicato a Umberto Cassuto, il grande ebraista di origine fiorentina.

Ida Zatelli