Menorà d’Oro, premiato Cerasa
Giunto alla decima edizione, il premio Menorà d’Oro conferito dal Benè Berith di Roma è andato quest’anno al direttore del Foglio Claudio Cerasa. La consegna del riconoscimento è avvenuto nel corso di una cerimonia organizzata ieri nei giardini del Tempio Maggiore della Capitale. Pubblichiamo l’intervento tenuto dal presidente della sezione, Federico Ascarelli.
Gentili ospiti, cari amici, cari Fratelli,
benvenuti in questo luogo a noi molto caro, nel giardino del Tempio Maggiore di Roma per la decima edizione del Premio Menorah d’Oro. È un premio che ogni anno il Benè Berith di Roma conferisce a quanti, – nel mondo della cultura, della politica, dell’imprenditoria e della società civile,- si sono particolarmente distinti per la loro azione contro ogni fenomeno di razzismo e di intolleranza, nonché per la difesa del diritto dello Stato di Israele a vivere e prosperare in pace con i suoi vicini Stati arabi.
Il il premio è giunto oramai alla decima edizione, e questa è la prima curata dal nuovo consiglio del Benè Berith da me presieduto, e che è composto anche da Sandro Di Castro, dai Vicepresidenti Claudio Moscati e Mario Venezia, da Daniel Citone (che è qui oggi anche come presidente del Benè Berith Europeo), da Giordana Moscati, da Pierre Levy e da Alessandro Luzon.
Ci troviamo in un luogo pieno di storia e ricco di significati, dove ad ogni passo, in ogni angolo, dietro ogni porta, si respira la storia e la vita ebraica.
Qui, a pochi metri da noi, c’è la Casina dei Vallati, che sotto l’impulso di Mario Venezia, custodisce e diffonde la memoria della tragedia delle recenti persecuzioni del nostro popolo. Una memoria che, oggi più che mai, con la scomparsa di molti sopravissuti alla Shoà, è importante salvaguardare.
Perché non c’ è futuro senza memoria.
Qui dietro abbiamo la Scuola, che tramanda alle nuove generazioni la cultura e i valori ebraici.
E alle nostre spalle abbiamo il Tempio, luogo della celebrazione del Signore, ma anche luogo della vita sociale, il Bet ha-knesset, ciòè il luogo della riunione del popolo, , il luogo della vita, pulsante, sempre vivace, del popolo ebraico.
Siamo, quindi, al centro della vita ebraica di Roma, tra la memoria, l’insegnamento e la vita.
E questa sera, proprio in questo luogo cosi significativo, ci troviamo riuniti in compagnia di tanti amici, per rendere onore e merito a un giovane e coraggioso giornalista,.
Stiamo parlando di Claudio Cerasa, direttore de “Il Foglio”, che nel 2015, ancora giovanissimo, è succeduto alla guida di questo giornale. E ha continuato con grande coraggio a combattere per la difesa della verità, seguendo quell’impronta laica e libertaria che vi aveva impresso il suo fondatore, Giuliano Ferrara.
Ci piace ricordare anche oggi l’importante iniziativa dell’Israel Day, svoltasi nel lontano 2002 su iniziativa di Massimo Teodori e di Giuliano Ferrara, che portò a sventolare le bandiere di Israele in strada, dal Campidoglio sino a questo luogo, in un momento in cui gran parte del mondo, e purtroppo anche la nostra Italia, sembrava aver completamente isolato Israele, rea – come al solito – di difendersi da coloro che intendevano cancellarne l’esistenza.
……Che emozione fu vivere quella giornata, circondati da amici veri, convinti, solidali, sinceri… nelle parole e nei fatti, che ebbero il coraggio di sfidare l’indifferenza dei più, di sfidare l’”equidistanza”, il comodo rifugio di tanti pavidi.
Non rimase equidistante Il Foglio, e ha dimostrato di non essere assolutamente pavido l’attuale direttore Claudio Cerasa.
Ha raccolto la pesante eredità lasciatagli da Ferrara nella direzione de “Il Foglio”, con spirito molto giovanile.
Nella sua redazione si è circondato di gente come lui. C’è Giulio Meotti, che cura la parte esteri assieme a Daniele Raineri e che sul suo profilo web scrive di essersi laureato in Filosofia con George Steiner, ma di averci poi litigato discutendo su Israele!
C’è Andrea Marcenaro, con le sue bustine “Andrew‘s version,”, troviamo poi Eugenio Cau, Maurizio Crippa, Mattia Ferraresi, Matteo Matzuzzi che ama leggere libri di Roth, e precisa “libri di Joseph Roth, non di Philip”.
Sul giornale scrive ancora spesso l’Elefantino Giuliano Ferrara, troviamo Massimo Bordin, a volte scrivono Oscar Giannino, Lanfranco Pace.
Ci sono tanti altri bravi giornalisti che meriterebbero di essere ricordati.
A volte, scorrendo il Foglio, ci sembra di ritrovare quell’atmosfera laica, quel salotto culturale e libertario, quell’impegno civile, che ci aveva fatto conoscere Il Mondo di Pannunzio.
Sarebbe troppo lungo ricordare questa sera tutti gli articoli e tutte le iniziative intraprese da “Il Foglio” sotto la direzione di Claudio in difesa delle ragioni di Israele, in difesa della verità. Ma di tutte queste voglio evidenziarne le più recenti e significative.
Nel 2015 si scatena un’odiosa campagna internazionale per la marcatura dei prodotti israeliani fabbricati negli insediamenti, e subito Claudio promuove, assieme ad atri giornalisti de “Il Foglio” e ad altri amici come Marco Pannella ( che mi piace ricordare anche in questa occasione) Paolo Mieli e Anita Friedman, un appello che raccoglierà numerose firme ed avrà una grande risonanza.
A novembre del 2016 fa uscire un numero monografico de “Il Foglio” titolato “Lo scandalo di Israele”, e l’indomani organizza un convegno internazionale di altissimo livello denominato “Israele, frontiera dell’Europa”, con la partecipazione di importanti politici ed ospiti internazionali.
Recentemente, nel 2017: la scandalosa votazione Unesco, tesa a cancellare dalla storia la presenza ebraica a Gerusalemme. L’Unesco decide improvvisamente che il popolo ebraico non ha legami storici con Gerusalemme.
Gli ebrei, ……. decide l’Unesco….., non sono mai stati presenti a Gerusalemme, il Tempio non è mai esistito, è tutto falso, tutto inventato, tutto mistificato, a dispetto di una millenaria documentazione storica, archeologica, iconografica. Nonostante Giuseppe Flavio, gli scavi, i reperti, la Bibbia, nonostante le testimonianze forniteci dall’arco di Tito e da una infinitità di concrete evidenze.
Una vera e propria aberrazione. Un falso storico paradossale, deliberato dal precostituito blocco internazionale, grazie anche all’astensione, cioè grazie alla “equidistanza” di cui parlavamo prima, grazie alla “indifferenza” di alcune, di troppe Nazioni. E tra queste nazioni equidistanti, che preferirono astenersi, rimanere indifferenti, fu una dolorosa e amara sorpresa trovare la nostra Italia.
In poche ore il Direttore Cerasa riesce ad organizzare una grande manifestazione di protesta, pubblicizzata attraverso IL FOGLIO. Fa innalzare un muro virtuale di proteste sotto la sede dell’Unesco e lo fa poi sfilare per Via del Corso sino a sotto il Parlamento, e dandone poi ampio risalto selle colonne del giornale.
L’Italia, anche grazie a questa decisa e forte protesta, organizzata da “Il Foglio”, in una seconda votazione, si sveglia dal suo inspiegabile torpore. In una successiva riproposizione della mozione, sia pur piu blanda, l’UNESCO trova ugualmente la sua solita maggioranza precostituita, ma l’Italia finalmente vota contro
Più che del risultato ottenuto, ciò che principalmente vogliamo questa sera evidenziare ed esaltare è la propensione di Cerasa e del suo giornale, quando si parla di Israele, a scendere subito in campo, a iniziare senza indugio battaglie di giustizia, di verità, liberi di quello strano pudore che ogni volta che si parla o si scrive di ISRAELE, sembra sempre far frenare, limitare, far cautamente centellinare le parole, i comportamenti, le reazioni. Quando si parla di Israele, quando si difendono le sue ragioni, sulla stampa c’è sempre una strana remora, un timore di non essere political correct, che impedisce di dire le cose fino in fondo.
A meno che non si parli di Shoah, perché su quel terreno è sempre facile essere solidali con il popolo ebraico.
Ci sono diversi modi in cui i media, i giornali, si pongono di fronte alle notizie.
Se la notizia non fa comodo alla linea politica o al pregiudizio del giornale, la notizia si ignora, oppure se ne da conto facendone un tutt’uno con il commento, in modo da non far comprendere al lettore quale è il fatto e quale il commento a quel fatto.
Oppure si invertono le cause e gli effetti di un evento, lasciando intendere al lettore esattamente l’opposto di quanto accaduto realmente.
A proposito di Israele, siamo abituati ad assistere a queste scorrette manipolazioni.
Pochi giorni fa a Gerusalemme. Una giovane poliziotta presta servizio d’ordine presso la Porta di Damasco per consentire ai fedeli mussulmani di partecipare alle funzioni religiose in piena sicurezza.
Un palestinese improvvisamente si scaglia contro di lei, le sferra diverse coltellate, e tenta di colpire altri. La poliziotta, benchè ferita, cerca di fermarlo, per impedirgli di colpire altri, ma riceve ulteriori pugnalate i e cade al suolo priva di vita.
Il terrorista prosegue la sua azione, che cessa solo dopo che altri poliziotti lo colpiscono a morte.
Titolo dei giornali: Palestinese ucciso dagli Israeliani mentre si reca a pregare.
Poi solo alla fine dell’articolo si legge: Secondo la polizia Israeliana l’uomo sembrerebbe aver aggredito un’ agente.
Non è questo il modo di far informazione.
Il Foglio di Claudio Cerasa si è sempre distinto per la sua assoluta correttezza nell’informazione e nel rispetto del lettore.
Si è sempre distinto per aver tenuto distinti i fatti dalle opinioni, per aver sempre anteposto le cause di un evento alle sue conseguenze.
Si è sempre distinto per aver sempre combattuto per smascherare quanti, travisando gli eventi, la storia, ingannano e mistificano l’opinione pubblica.
Si è sempre distinto per aver sempre dato notizia sul suo giornale delle tante conquiste sociali, tecnologiche, economiche, delle tante iniziative culturali, artistiche, di solidarietà, di accoglienza che Israele, sia pure con infinite difficoltà, realizza continuamente.
Perché cosi come l’ebraismo non è solo la shoah, ma è la vita (nonostante la shoah) …cosi anche Israele non è soltanto guerra, tensioni, attentati, contrasti, dispute, ma è anche e sopratutto civiltà, progresso, entusiasmo, solidarietà, altruismo, futuro, gioia, amore, è il guardare ed essere proiettati in avanti, nonostante tutto.
E Il Foglio di Claudio Cerasa è sempre attento a divulgare questo profilo del Paese, esaltando la portata e il significato di questo genere di notizie.
È su IL FOGLIO del 9 giugno di quest’anno, pochi giorni fa, che Claudio Cerasa riassume in poche righe il suo pensiero e la sua limpida tesi su Israele.
Cerasa scrive: Da una parte c’è chi considera Israele un modello di civiltà da tutelare. Dall’altra parte c’è chi considera Israele un modello di civiltà da annientare. Ci si può girare attorno quanto si vuole, ma alla fine è su questo punto che cade il bluff. E di solito chi ha difficoltà a difendere fino in fondo Israele ha difficoltà anche a riconoscere un regime democratico da uno totalitario.
Onore a te Claudio, “kol-ha-kavod”, si dice in ebraico, per il coraggio, per la continuità, per il sostegno, per aver intrapreso ed essere andato fino in fondo a tante battaglie, spesso da solo, controcorrente, contro una maggioranza spesso passiva, non pensante, a volte in mala fede, per aver sempre ricercato, difeso, reclamato la verità.
Si, la verità. Perché di questo si tratta.
Sotto la tua direzione e il tuo impulso “Il Foglio” non ha soltanto, semplicemente compiuto battaglie a difesa di Israele, o battaglie contro l’antisemitismo.
La linea del giornale che tu hai portato avanti con grande impegno e convinzione è sempre stata una linea di alto valore etico. Perché la scelta di dire la verità, di essere corretti nell’informazione, significa aver scelto di battersi per l’onestà. Questa non è una scelta di schieramento politico, è una scelta etica.
Quest’anno l’assegnazione della nostra onoreficienza riveste un significato molto particolare. Quest’anno si celebrano i 50 anni dalla Guerra dei sei giorni, dalla riunificazione di Gerusalemme, e quindi dalla liberazione di quella città ove sorgeva il Tempio (checchè ne dica l’UNESCO).
Il Tempio che ospitava l’originale Menorah d’oro, sulle cui vicende e sulla cui cui fine continuano ad annodarsi infinite leggende.
Questo, come abbiamo detto, è anche l’anno della mostra sulla Menorà, organizzata assieme ai Musei Vaticani e di cui abbiamo prima visitato la sezione presso il Museo Ebraico.
E insomma questo è proprio l’anno della Menorah. La menorah, che è anche simbolo del Benè Berith ed emblema dello Stato di Israele.
Caro Claudio, Il Benè Berith quest’anno ha il piacere di conferire a te, Direttore del giornale IL FOGLIO l’onoreficenza della Menorah d’Oro.
Come Presidente del Benè Berith ho l’onore di consegnarti questo premio rappresentato da un oggetto simbolico, mistico, leggendario, dai molteplici significati,…… per premiarti per il coraggio, per l’onestà, per la determinazione con la quale ti sei sempre speso, come direttore del giornale “Il Foglio”, per la continua ricerca della verità nella informazione, con particolare riguardo alla difesa delle ragioni dello Stato di Israele e alla lotta contro il pregiudizio.
E ci piace concludere questa premiazione con un particolare augurio :
L’augurio è che la luce, che immaginiamo irradiarsi da questa menorah, possa continuare ad illuminare sempre la tua penna e tutto il tuo giornale, nelle battaglie – dove siamo sicuri tu sarai sempre protagonista – per la vittoria della verità sulla menzogna, della correttezza sulla malafede, del coraggio sull’indifferenza, dell’onestà sul pregiudizio.
Grazie a tutti.
Federico Ascarelli, presidente Benè Berith di Roma
(27 giugno)