acqua…

Il concetto di acque “vive”, acqua che sono fonte di vita, acque sorgive, è presente in molti momenti biblici: i nostri padri nel deserto scavano pozzi per cercare maim chaiim, acque vive, il profeta Geremia si lamenta, con le parole di Dio, che il popolo ha abbandonato l’Eterno fonte di acque di vita (Geremia 2 e 17,13), Zechariah (14,8) invece ricorda che da Yerushalaim sgorgheranno nuove acque di vita. Nella Halakhah l’acqua sorgiva è necessaria per la purificazione di molte condizioni di impurità che solo immergendosi in acque vive possono tornare alla vita reale e sociale. L’acqua è elemento di accoglienza e di benvenuto per molte culture mediterranee ed i nostri padri hanno conosciuto il loro futuro matrimoniale vicino a fonti d’acqua. L’acqua che si offre potrebbe anche essere un modello di impegno rabbinico come quello dei baristi del Sud: accanto al caffè, simbolo di energia, di gusto, di impegno e di sapore forte e responsabile ci vuole l’acqua, offerta senza che sia richiesta, segno di accoglienza, di freschezza, di temperatura che si fa mite e di gesto di comprensione.

Pierpaolo Punturello, rabbino

(30 giugno 2017)