Amatrice, la partita riprende
“Giornata che regala gioia”
“Beh, la situazione mi pare si spieghi facilmente. È il primo campo dove i ragazzi di Amatrice e delle frazioni potranno venire a tirare due calci a un pallone. Mi pare un fatto non da poco, ecco”:
Alessandro Genovese è un amatriciano doc, anche se per esigenze di lavoro trascorre gran parte del suo tempo a Roma. Soprattutto, nello specifico di questa iniziativa, è tra le figure che più si è spesa perché il campo, una volta ottenuto il via libera alla realizzazione, fosse costruito nei tempi più rapidi.
“È venuto un bel lavoro, no?” commenta soddisfatto, a pochi giorni dall’inaugurazione. Mancano solo i dettagli, le porte da sistemare e qualcos’altro, ma il campo ormai è pronto. ”È una grande emozione ritrovare il pallone da queste parti. Pensa che, proprio il giorno del terremoto, si doveva disputare qua una partita molto attesa per il nostro torneo delle frazioni. Un appuntamento che da sempre – dice – scandisce le nostre estati qua ad Amatrice”. Anche quel terribile giorno di agosto del 2016 era previsto un incontro, con tanti bambini in campo (nelle immagini alcune foto d’archivio). “Fu un trauma, per loro, non poter disputare quella partita. Una delle tante ferite minori, ma comunque tangibili, che ci ha provocato il terremoto”. Torna tutti i fine settimana a Scai, Alessandro. È durissimo, ammette.
“L’ottanta per cento della gente se ne è andata, ed è difficile biasimarla. Chi può resiste. Penso sia fondamentale restare attaccati alla terra, vuol dire che sei attaccato alla tradizione, alla tua storia, al tuo passato. Ci vuole carattere”.
(2 luglio 2017)