preservare…

La Torah racconta come Balak re di Moav avesse cercato di colpire il popolo d’Israele con la forza delle maledizioni, chiamando a tal scopo il veggente Bil’am, accreditato della capacità di conseguire gli effetti positivi o negativi preannunciati dalle sue parole. La missione di Bil’am si traduce però in un percorso di benedizioni che, suo malgrado, il Signore lo costringe a rivolgere ai figli d’Israele. Fra varie espressioni di benedizione pronunciate da Bil’am,ne troviamo una che esprime in un certo senso la condizione storica ed esistenziale del popolo ebraico “Ecco un popolo che dimorerà solo e non verrà annoverato fra le nazioni” (Bemidbar, Numeri 23,9). Questo versetto sembra descrivere la condizione di isolamento in cui effettivamente ha vissuto Israele – il popolo d’Israele ed oggi anche lo stato d’Israele, al tempo stesso riassume anche la peculiarità dell’identità ebraica, che conferisce indubbiamente dei caratteri di diversità, percepiti come tali all’interno e all’esterno del mondo ebraico. L’importanza di preservare questo aspetto di diversità del popolo ebraico per dare significata alla propria stessa esistenza, trova espressione in un commento di Rabbi Naftali Zevi Yehudah Berlin (Natziv) sul versetto sopra ricordato: “Il popolo d’Israele dimora – cioè mantiene la propria vitalità – se preserva la sua peculiarità, se invece si mescola con gli altri popoli, non viene più tenuto in alcuna considerazione”. Non significa una chiusura assoluta verso il mondo ma un rapporto dialettico da sviluppare in alcuni campi piuttosto che in altri. Il corretto rapporto di pensiero tra il popolo ebraico e gli altri popoli è forse espresso da un insegnamento del midrash (Midrash Ekhà Rabbà 2,13) che afferma: “Se ti dicono che c’è sapienza fra i popoli, puoi crederci, se ti dicono che c’è Torah fra i popoli, non ci credere”. Il popolo ebraico può, in molti casi deve, cercare scienza, sapienza e cultura ovunque questa si manifesti, fra tutte le nazioni ed in ogni civiltà, ma la Torah, ovvero i valori e le norme di vita non può andarle a cercare altrove. Solo mantenendole, interpretandole, soprattutto vivendole al proprio interno può preservare le fonti di spiritualità che deve portare al mondo.

Giuseppe Momigliano, rabbino

(5 luglio 2017)