benedizione…

Durante la prima visione notturna, quando Ha-Qadòsh Barùkh Hu dice a Bil’àm di non andare con i messi di Balàq, aggiunge anche “non maledire il popolo, perché è benedetto”. Rashì rileva che l’ultima parte della frase sembra pleonastica: che cosa può interessare a Bil’àm se il popolo è benedetto? Gli deve bastare sapere che non può maledirlo! Il midràsh riportato da Rashì spiega questo apparente pleonasmo con una obiezione di Bil’àm: se non lo posso maledire, almeno lo benedirò; a ciò D.o gli risponde che il popolo è già benedetto.
Questo midràsh necessita una spiegazione: perché D.o non vuole la benedizione di Bil’àm (che peraltro poi arriverà contro la sua volontà, dato il suo insistere nel tentare la strada della maledizione)?
Spiegano i Maestri che i nemici di Israele hanno due modi per tentare di contaminarci e causare il nostro allontanamento dall’Ebraismo: l’opposizione aperta, le persecuzioni, l’odio, la lotta, oppure la blandizie, il far finta di apprezzarci, di avvicinarci positivamente, e poi infiltrare gli elementi disgreganti. Questo era ciò che Bil’àm aveva in mente dicendo: “Allora li benedirò”. A questo D.o gli ha risposto che il nostro popolo non ha bisogno delle sue benedizioni, perché è già benedetto.
La nostra validità sta nella benedizione divina, e non nell’apprezzamento altrui.

Elia Richetti, rabbino

(6 luglio 2017)