…migranti

Alla trasmissione televisiva “In Onda” di due giorni fa, finalmente Matteo Salvini ha svelato il vero obiettivo italiano di questo imponente rigurgito razzista in atto in tutta Europa: la revisione della Legge Mancino. Risultato assai parziale di un faticoso percorso di sensibilizzazione iniziato decenni or sono. Naturalmente, lo si fa in nome della libertà di opinione con un ragionamento che si sintetizza così: gli antifascisti hanno combattuto perché i fascisti potessero essere liberi di fare propaganda e proselitismo. In pratica, hanno combattuto per Mussolini. A questo si è arrivati a furia di idiozie e scempiaggini logiche del tipo “aiutiamoli a casa loro”, “non possiamo ospitare tutta l’Africa”, “un conto è chi scappa da una guerra un’altra i migranti economici”. Frasi del tutto vuote, prive di qualunque contenuto o fattibilità pratica. Cosa vuol dire aiutiamoli a casa loro, andare a fare la guerra in circa 100 stati per abbattere dittature per poi venire rimproverati di essere gli sceriffi del mondo? Cosa significa distinguere fra migranti economici e fra chi scappa da una guerra? Morire di fame, o perché messo in carcere da una dittatura in stile eritreo vuol dire morire meno rispetto a chi perde la vita per una bomba? E non ci si preoccupi, non dovremo ospitare tutta l’Africa: i dittatori, i signori della guerra e tutti i malavitosi con cui trattiamo quotidianamente non hanno nessuna intenzione di spostarsi. Insomma, una serie di iperboli e di paradossi retorici, che sono un chiaro e goffo tentativo di legittimare un discorso impresentabile. E devo dire che quando sento una signora di mezz’età scendere in piazza per protestare senza alcun argomento contro il trasferimento di 28 (dicasi 28!) migranti nel loro paese, mi vergogno di essere italiano.

Davide Assael, ricercatore

(12 luglio 2017)