…rimpiangere
25 luglio 1943, settantaquattro anni fa. Cadeva il regime fascista. Cadeva per una congiura interna, certo, ma in una situazione generale in cui era ormai chiaro anche ai gerarchi fascisti che la guerra sarebbe stata persa dalla Germania nazista e di conseguenza dall’Italia, che il consenso intorno al regime si era ormai logorato. Si era logorato nell’inverno russo, dove i nostri soldati erano stati mandati a combattere con le suole di cartone, in una guerra che portava solo vergogna e disastri all’Italia, nelle bombe angloamericane su Roma, nello sbarco degli alleati in Sicilia, nella fame delle città, nella borsa nera istituzionalizzata. Il 25 luglio era una caduta ingloriosa per Mussolini, il 25 aprile sarebbe stata una caduta ancora più ingloriosa, in divisa nazista. Vorrei che ci pensassero in questo paese che non ha mai smesso di essere intimamente fascista e che ora ha sdoganato il suo fascismo, si permette di fare il saluto romano in piena luce, di riappropriarsi del razzismo, altra creatura del fascismo in Italia, come le leggi del 38 dimostrano, di rimpiangere l’ordine della dittatura, il regime del confino, dei tribunali speciali, del controllo poliziesco perfino sui respiri. Chi lo rimpiange, rimpiange un mondo dove la violenza squadrista era parte della dittatura dello Stato, dove la corruzione era uguale ad oggi, ma era nascosta, dove l’ignoranza dominava indisturbata. Un mondo a cui cominciamo ad assomigliare un po’ troppo.
Anna Foa, storica
(24 luglio 2017)