Francia, il caso Halimi all’Eliseo
Continua a tenere banco il caso di Sarah Halimi, l’anziana donna parigina uccisa in aprile nella sua casa di Belleville da un giovane mariano musulmano, accusato di aver picchiato brutalmente la sua vittima e di averla poi gettata dal terzo piano. Per i familiari, per la Comunità ebraica e per un numero significativo di intellettuali, da Bensoussan a Finkielkraut, non può esserci alcun dubbio: si tratta di un episodio di antisemitismo. Di diverso parere la procura, che sta indagando per omicidio volontario senza prendere in considerazione la premeditazione né l’elemento antisemita.
Il caso Halimi è arrivato in queste ore nei palazzi del governo francese grazie all’iniziativa del presidente del Conseil représentatif des institutions juives de France Francis Kalifat, che ha incontrato la ministra della Giustizia Nicole Belloubet per un confronto incentrato su questa vicenda.
Nell’esprimere la propria vicinanza ai familiari, la ministra ha però sottolineato la sua impossibilità ad intervenire direttamente nel caso a causa della separazione dei poteri. Tuttavia, ha aggiunto, è sua intenzione seguire con cura l’evoluzione delle indagini.
Belloubet ha inoltre assicurato al presidente del Crif il suo impegno personale e quello del governo nella lotta all’antisemitismo. Al riguardo Kalifat ha portato l’attenzione della sua interlocutrice sulle nuove e diverse forme di odio antiebraico, in particolare l’antisionismo e quello che sembra più intensamente appare su we e social network. Tra le minacce più significative Kalifat si è soffermato sul BDS, il movimento di boicottaggio anti-israeliano, ricordando come queste iniziative abbiano un impatto nella vita e nel senso di sicurezza degli ebrei francesi.
a.s twitter @asmulevichmoked
(25 luglio 2017)