…realpolitik
Buone nuove dall’Ungheria. Nelle ultime settimane si è attivata una campagna mediatica contro George Soros e sono comparsi sulle strade delle città poster con slogan aggressivi nei confronti del finanziere ebreo. Ce ne rende molto bene conto direttamente da Budapest la giovane analista politica Giulia Stefano su www.lechlecha.me. Una campagna che ha messo in allarme la comunità ebraica locale, che si è espressa con toni molto duri, considerando anche la storia del Paese. Una campagna degna di quella condotta da Erdogan nei confronti di Fetullah Gülen, solo che qui siamo di fronte ad un Paese membro UE. Se la posizione della comunità ebraica ungherese è stata nettissima, non altrettanto quella del governo israeliano, con Netanyahu andato a far visita negli stessi giorni ad Orban, mostrando un’inaspettata alchimia personale. Se da noi si discute su tutti i giornali per un abbraccio alla Festa dell’Unità fra due persone che dovrebbe militare nella stessa area politica, figuriamoci cosa si dovrebbe dire di quello fra il Premier ungherese e quello israeliano. Tenendo anche conto che, stando ai sondaggi, non è impossibile una coalizione fra Fidesz (il partito di Orban) e lo Jobbik, partito di chiara ispirazione neonazista (vedere intervista citata sopra). Cose che fanno riflette sui limiti della realpolitik, di cui Bibi è certo maestro.
Davide Assael, ricercatore
(26 luglio 2017)