JCiak – Il segreto di Jeanne Moreau
Non è forse il film che consegna Jeanne Moreau, musa della Nouvelle Vague, alla storia del cinema. Eppure, a pochi giorni dalla scomparsa, tocca il cuore rivederla, magnifica ottantenne, nei panni di Rivka Clement in Plus tard tu comprendras (2008) dell’israeliano Amos Gitai. Il film si basa sull’autobiografia di Jerome Clément, il presidente del canale France Arte che, cresciuto cattolico, nel 1980, ormai adulto, scopre che la madre era ebrea e che l’intera famiglia è scomparsa durante la seconda guerra mondiale. Mentre l’uomo tenta di scoprire cos’è accaduto, in uno strano corto circuito tra vita e arte Rivka-Jeanne Moreau è costretta a fare i conti con il suo segreto svelato.
Nel film di Gitai, allora salutato dalla critica come uno dei suoi lavori migliori, Jeanne Moreau nei panni di Rivka Clément è una presenza ipnotica. L’attrice raccontò che quell’interpretazione era frutto di un intenso lavoro “ma dev’essere così se si vuole un buon risultato”, aveva aggiunto.
“Amos da’ molta libertà ai suoi attori e gran parte del film si è basato sull’improvvisazione. Non è facile, ma produce un’immediatezza che non c’è quando ci si attiene solo allo script. Il mio lavoro è dare vita ai personaggi che interpreto, renderli reali, ed è stato particolarmente importante in questo caso perché la storia ha così tante radici nel passato e tocca così tante persone che sono state torturate, sono scomparse o morte”, aveva spiegato in un’intervista a Uri Klein di Haaretz.
A rendere ancora più complessa la questione, l’amicizia dell’attrice con Jerome Clément. “Nella mia interpretazione non volevo deludere né Jerome né Amos. Sentivo la tremenda responsabilità di ritrarre una donna che era realmente esistita e che era la madre di una persona a me vicina (…). Vorrei che la mia presenza in questo film fosse un omaggio non solo alla madre di Jerome ma a tutti quegli ebrei che sono stati uccisi e a tutti quegli ebrei che si sono salvati e hanno rifiutato di dire, di raccontare, forse per proteggere se stessi o forse per proteggere i loro cari”.
Tornare a quegli anni dolorosi è stato un viaggio nella memoria per la stessa Jeanne Moreau. Nata a Parigi nel 1928, l’attrice non ha mai dimenticato il periodo dell’occupazione nazista, tanto più che la madre america era costretta a firmare ogni giorno il registro degli stranieri nei quartieri della Gestapo e la casa di famiglia si trovava sopra un bordello frequentato dai soldati nazisti che tutti i giorni attendevano il loro turno in fila davanti alla porta.
Non solo. “Alla scuola media molti dei miei compagni portavano la stella gialla e da un giorno all’altro sparivano. Per noi era un’esperienza quotidiana”, ha ricordato Moreau al lancio del film di Gitai. In segno di solidarietà Jeanne e alcuni compagni chiesero alla madre di un amico che faceva la sarta di confezionare alcune stelle gialle che le ragazze si cucirono alla camicetta. Convocato con urgenza dalla scuola, suo padre s’infuriò al punto da rifilarle una sonora sberla. “Siamo ebrei o odiamo gli ebrei?”, disse Jeanne come tutta risposta. E viene da immaginarla mentre sgrana gli occhi e sorride, di quel sorriso dolce e ironico che l’ha resa un mito.
Daniela Gross
(3 agosto 2017)