Setirot – Degrado
Scriveva l’altro giorno Anna Foa su queste colonne, a proposito dei tre onorevoli del Pd aggrediti dagli antivax davanti a Montecitorio, che – proprio come all’inizio del fascismo – i deputati ormai si aggrediscono. E sottolineava quanto la foto degli aggressori mostrassero volti di uomini e donne «deformati dall’odio, senza più nulla di umano… si può parlare di una mutazione antropologica». Dietro a tutto ciò Foa immagina molte cause: «Innanzitutto, un’ignoranza crassa. Poi, un rancore sociale violento verso chiunque credano più ricco o più potente di loro. E una violenza sconfinata».
Non solo concordo al 100 per cento con questa analisi, ma mi permetto di aggiungere alcuni pensieri che, da tempo, non mi stanco di ripetere perché ci credo profondamente.
Sento tra le persone normali voglia di aristocrazia. Badate bene: non di classismo sociale o di snobismo. Il degrado in cui siamo immersi – e di cui sono principalmente responsabili proprio le élite, (sembra un controsenso eppure non lo è) – fa rimpiangere lʼaristocrazia operaia da un lato e la grande borghesia davvero illuminata e progressista dallʼaltro. Diciamolo: tira unʼaria inquietante, sa, appunto, di fascismo nascente, fa paura. Non sono le “masse popolari” (che ne avrebbero mille ragioni) a ribellarsi, sono invece le moderne plebi a incazzarsi, che è cosa ben diversa. Chi ha lʼetà per ricordare le famiglie operaie della Torino comunista o aclista credo capisca di che cosa sto parlando, così come chi ha amato Adriano Olivetti e i suoi emuli. Chi non ha quellʼetà e quel mondo non lo ha conosciuto oppure semplicemente studiato ascolti i rozzi e razzisti slogan di Salvini o della Meloni, osservi lʼabissale ignoranza complottarda dei leader grillini; studi le facce e i comportamenti di chi nelle piazze o in tv sbraita e minaccia; si soffermi ad analizzare la fogna della corruzione diffusa.
Già, ormai si aggrediscono i deputati. Ricordate il monito di Simone Weil? «Tutto ciò che è sottoposto al contatto della forza viene insozzato, qualunque sia il contatto. Colpire o essere colpiti è una sola e medesima lordura». Meglio darsi una mossa, prima che sia troppo tardi.
Stefano Jesurum, giornalista
(3 agosto 2017)