Israele guarda all’Africa nera
Con Senegal e Guinea è svolta

Nessuno dei due vivrà e lavorerà in pianta stabile in Israele, ma il segnale è comunque forte. La prova di una rete che si sta allargando e che potrebbe aprire in futuro ulteriori scenari strategici di collaborazione.
È fissata per il prossimo martedì la cerimonia di presentazione delle credenziali dei nuovi ambasciatori di Senegal e Guinea in Israele. Sarà il capo dello Stato Reuven Rivlin ad accogliere i diplomatici designati Talla Fall (Senegal) e Amara Camara (Guinea) nella sua residenza, per dare ufficialità all’incarico.
Un appuntamento destinato a non passare inosservato. Per la prima volta infatti, a pochi mesi dalla ‘normalizzazione’ dei rapporti, i due paesi (entrambi a maggioranza musulmana) avranno un loro rappresentante diplomatico nello Stato ebraico.
“Credo nell’Africa. Credo nel suo futuro e nella collaborazione tra di noi per questo futuro” aveva sottolineato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ospite lo scorso anno in Uganda di un vertice con protagonisti anche i capi di governo di Etiopia, Kenya, Ruanda, Sud Sudan, Tanzania, Zambia e Uganda.
Un vertice che aveva costituito, nell’intenzione dei diversi Stati coinvolti, “l’apertura di una nuova era nelle relazioni tra Israele e i paesi africani”.
Sul fronte interno, Netanyahu ha respinto con forza le accuse di frode e corruzione che potrebbero portarlo a un’incriminazione. Secondo il premier, la sua figura sarebbe oggetto di una “partita di caccia” che ha come obiettivo la fine del governo.
Le notizie sulle due inchieste aperte sul suo conto aprono oggi i giornali israeliani. Decisiva, si legge, potrebbe essere la testimonianza dell’ex capo di gabinetto Ari Harow. L’ex consigliere, accusato a sua volta di corruzione, avrebbe siglato un accordo con la polizia secondo cui, in cambio di una testimonianza, avrebbe in cambio uno sconto di pena. “Se accetta di collaborare con la giustizia sarà un terremoto” ha scritto tra gli altri Haaretz.

(Nell’immagine il presidente Rivlin con alcuni imam senegalesi)

(4 agosto 2017)