Taglit Italia
Per chi ancora non la conoscesse, ve la presento. Lei è Taglit, un’organizzazione che da diciott’anni a questa parte si impegna per riuscire ad aprire una piccola finestrella su quello che è l’immenso panorama israeliano. E no, non parlo di numeri e di misure, di territori e di confini, ma di immagini e di colori, di suoni e di sapori, che da sempre caratterizzano lo Stato ebraico. Parlo di un panorama complesso e talvolta contradditorio, una realtà spesso caotica, ma sempre capace di regalare intense emozioni. I protagonisti assoluti di questo ambizioso progetto sono un gruppo di giovani ragazzi, provenienti da ogni angolo dello Stivale e arrivati in Israele con l’intento di scoprirne (o riscoprirne) le infinite sfumature.
Così, i nostri trenta giovani pionieri, hanno avuto la straordinaria opportunità di trascorrere dieci giorni nel paese più giovane e discusso del momento. Hanno esplorato il deserto del Negev, conosciuto le nuove tecnologie di Tel Aviv, respirato la magica atmosfera di Gerusalemme, scalato Masada al sorgere del sole.
Il gruppo è stato magistralmente capitanato dai madrichim Yehonatan Avrilingi e Debora Martino e condotto da Naama Campagnano, una guida locale dalle forti radici toscane, che con grande sentimento e trasporto è riuscita a conquistarsi il cuore dei ragazzi e rendere questa esperienza assolutamente memorabile. “La sua passione e il suo modo di raccontare mi hanno contagiato: è grazie a Naama se un giorno tornerò in Israele”, mi ha confidato uno dei partecipanti. È grazie a Naama se i ragazzi ora si sentono parte della storia di un piccolo popolo capace di fare grandi cose, aggiungo io.
Possiamo concludere, dunque, che il viaggio è riuscito a lasciare un segno profondo in chi l’ha vissuto. Le lacrime versate in aeroporto nel momento del rientro a casa, ne sono la conferma.
Di seguito, le riflessioni di alcuni dei ragazzi partecipanti che ho raccolto al termine dei dieci giorni. E che oggi custodisco gelosamente.
“Questo viaggio è stato meraviglioso e una grande opportunità di conoscere la nostra terra, ci siamo divertiti, abbiamo passato 10 giorni assolutamente memorabili, conosciuto nuove persone e anche una parte di noi stessi, personalmente credo che non mi dimenticherò mai l’esperienza nel deserto, e sono felicissimo di averla fatta con voi, meravigliose persone che non sapevo apparteneste alla mia famiglia, fino a quando vi ho conosciuto davvero.”
Massimo Bedarida, 20 anni, di Livorno.
“Il taglit italia 2017 eravamo noi, un gruppo di ragazzi e soli dieci giorni da trascorrere insieme. Ma questi dieci giorni sono riusciti a farci diventare un piccola grande famiglia con foto di gruppo in ogni angolo, canzoni durante i viaggi, albe trascorse insieme in una sola camera a ridere fino alle lacrime, abbracci stretti fra sconosciuti come fratelli, silenzi che urlavano a squarciagola e legami che dureranno per la vita. E magari un giorno ci ritroveremo tutti insieme in Israele, questo angolo di paradiso, diversi e con qualche anno in più ma pur sempre amici e guardando questa terra ancora con gli occhi curiosi di un bambino.”
Nicole Alcantara, 18 anni, di Novi Ligure.
“Nati in una terra che non ci appartiene, siamo giunti a casa e ci siamo uniti in una famiglia. Questa famiglia ora si è sciolta, ma rimarrà unità nelle nostre anime.”
Anonimo, di Roma.
“Taglit Italia 2017 mi è servito per aprire la mente. È stata una straordinaria opportunità visitare il paese non dal punto di vista di un turista, ma in maniera molto più profonda. Questo viaggio mi ha insegnato moltissimo, ma soprattutto, ha toccato la mia anima. Ora che ne siamo giunti al termine, posso affermare con certezza: “È solo l’inizio!”
Inna Lykhovyd, di Salerno.
“È difficile esprimere in poche righe cosa sia stato per me il Taglit.
Sono partita convinta di fare semplicemente un viaggio in Israele con un gruppo di amici, ma il Taglit non è un semplice viaggio.
Taglit significa vivere Eretz Israel in tutta la sua completezza, non solo attraverso i suoi magnifici luoghi ma anche attraverso gli odori, i colori ed i suoni che la caratterizzano. Grazie al Taglit ho trovato una seconda famiglia con cui ho condiviso ogni momento ed ogni sorriso di questa straordinaria esperienza.
Il Taglit mi ha fatto capire cosa sia veramente Israele, ma soprattutto mi ha aperto gli occhi su quello che potrebbe essere il mio futuro e, non ultimo, ha rinforzato la mia identità.”
Keren Perugia, 18 anni, di Roma.
“Allora… Viaggiare è scoprire, ma fare il taglit è imparare, conoscere, innamorarsi e scoprire non solo luoghi nuovi, ma scoprire di far parte di una famiglia allargata che prima non si conosceva. E che ora ti ama.”
Daniel Mimun, 22 anni, di Roma.
“Taglit è diversità, confrontarsi con personalità di ogni genere provenienti da contesti ebraici totalmente differenti. È la gioia di vedere le emozioni di chi per la prima volta si avvicina alla cultura ebraica. È comprendere la magia che rende unito il popolo ebraico in tutto il mondo ignorando le barriere.
Taglit è vita, è tutte le possibili emozioni che l’uomo può provare: tristezza, gioia, rabbia, malinconia, serenità, spensieratezza.. perché come in una grande famiglia ci possono essere discussioni, risate, confronti, delusioni, soddisfazioni, ma ci si ricorda sempre il bene che si prova l’un per l’altro.
Taglit è conoscere, capire di più se stessi e gli altri, imparare cosa ci rende forti e consapevoli di chi siamo. È crescere sia dal punto di vista spirituale che caratteriale. È comprendere il significato del rispetto e dell’umiltà.
Taglit è imparare a cogliere l’attimo poiché il destino è imprevedibile. È capire che bisogna valorizzare la propria vita in onore di chi ha perso la possibilità di farlo per poterla concedere a noi.”
Alfie Mimun, 25 anni, di Roma.
“Ein li Eretz acheret. Non ho un’altra terra, oltre alla terra di Israele.”
Nathan Bendaud, 21 anni, di Roma.
David Zebuloni
(4 agosto 2017)