Tzedakah…

Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle tue città del paese che il Signore tuo Dio ti dà, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità in cui si trova – Deuteronomio 15, 7-8.
Beato l’uomo a cui D-o non imputa alcun male e nel cui spirito non è inganno. (Salmi 31, 2)
L’Eterno si tiene alla destra del povero – (Salmi 109, 31). Ma sono anche con gli oppressi e gli umiliati, per ravvivare lo spirito degli umili e rianimare il cuore degli oppressi. (Isaia 57,15) Rabbi Levitas di Yavne dice: Sii molto povero (umile) di spirito, poiché la speranza dell’uomo è i vermi. (Avoth 4, 4).
Chiunque possegga le seguenti tre qualità può definirsi discepolo di Abramo, nostro padre, mentre chiunque possiede le tre qualità contrarie, può definirsi discepolo di Bilam il malvagio. Chi possiede l’occhio buono, lo spirito moderato e l’animo umile è dei discepoli di nostro padre Abramo (Avoth 5, 19).
Come può l’uomo seguire il Signore? Seguendo l’esempio del Signore: come egli veste gli ignudi, anche tu vesti gli ignudi; come egli visita gli ammalati, anche tu visita gli ammalati; come egli consola chi è in lutto, anche tu consola chi è in lutto – Sotah 14 a.
Questa è la via della Torah: mangia pane intriso nel sale, bevi acqua con misura, dormi in terra; vivi una vita di privazioni e affaticati nello studio della Torah. Se tu farai cossì sarai felice e beato: felice in questo mondo e beato nel mondo avvenire.
Non cercare la grandezza per la tua persona, né ambire ad onori; fa’ che le tue azioni superino la tua cultura; non desiderare ardentemente la mensa dei re perché la tua mensa è maggiore della loro e la tua corona è maggiore della loro. E il padrone per cui tu lavori è onesto nel retribuirti secondo la tua opera. (Avoth 6, 4 – 5)
Disse Rabbi’ Jose’ figlio di Kisma’: una volta, andando per la strada, incontrai un uomo il quale mi salutò ed io gli ricambiai il saluto. Quello mi domandò: Rabbi’ di quale luogo sei? Gli risposi: io sono di una grande citta’ di sapienti e di maestri. Mi disse: vuoi venire ad abitare presso di noi? In cambio ti darò migliaia di denari in oro, e pietre e perle preziose. Gli risposi: anche se tu mi dessi tutto l’argento e l’oro, le pietre preziose e le perle che ci sono al mondo, non abiterei altro che in un luogo di legge. Così infatti è scritto nel libro dei Salmi per mano di David: la legge, espressa dalla tua bocca, è per me migliore di migliaia di monete d’oro e d’argento (Salmi CXIX, 72). A ciò si può aggiungere che nell’ora della dipartita non accompagnano l’uomo né l’argento, né l’oro, né le pietre preziose, né le perle, bensì la legge e le opere di bene, secondo quanto è detto: quando sei in cammino essa ti farà da guida; quando dormirai ti custodirà e quando ti sveglierai essa ti parlerà (Proverbi VI, 22). Quando sei in cammino ti farà da guida (cioé in questo mondo); quando dormirai ti custodirà (ossia nella tomba); quando ti sveglierai ti parlerà (nel mondo futuro). Ed ancora è detto: l’argento è mio, l’oro è mio, parola del signore delle schiere (Chaggai, II, 8).
Beato è colui che si dedica al povero (Sal XLI, 1). Chi fa la carità e la giustizia riempie il mondi di bontà e amore. (Sukka 49b). La Tzedaka equivale a tutti i precetti (baba batra 9a). Quando ci viene chiesto di fare la carità, se ci rifiutiamo, siamo passibili di pena (p. Peah 21b). Chi chiude gli occhi alla carità è come se adorasse gli idoli (Baba Batra 10a). La tua casa deve star aperta e rendi i poveri come membri della tua famiglia. (Avoth 1:5) Beato l’uomo che ha cura del povero, nel giorno della sventura il Signore lo libera. – Salmi 41, 2.
Fai la Tzedakah in modo riservato, senza farti notare, perchè non è detto “beato l’uomo che dà ai poveri”, ma piuttosto è detto: “beato colui che si comporta con saggezza verso il povero”. La Tzedakah è compiuta perfettamente solo se è accompagnata dalle opere buone di misericordia. Sotto tre aspetti le opere di misericordia sono più importanti della tzedakah: la tzedakah si pratica con il denaro, le opere di misericordia si pratica con il denaro e con le azioni personali; la tzedakah è destinata ai poveri, le opere di misericordia ai poveri e ai ricchi; la tzedakah è per i vivi, le opere di misericordia per i vivi e per i morti – Sukka 49 b.
Ci sono quattro diversi tipi di persone: c’è chi afferma: quello che è mio è mio, e quello che è tuo è tuo; questo è il tipo medio, mentre altri affermano trattarsi di un tipo simile a quelli di Sodoma. C’è chi afferma: quello che è mio è tuo e quello che è tuo è mio; questo è il tipo dell’ignorante. Quello che afferma: ciò che è mio è tuo, e ciò che è tuo, è tuo: è un pio; infine colui che dice: quello che è tuo è mio, e quello che è mio è mio: è un malvagio (Avoth 5, 10).z
– Dare un prestito ad una persona bisognosa; formare una società con una persona bisognosa; dare una sovvenzione ad una persona bisognosa; trovare un lavoro ad una persona bisognosa; a condizione che prestito, sovvenzione, associazione o lavoro permettano a quella persona di non vivere più dipendendo economicamente unicamente sugli altri.

– Dare Zedaqah anonimamente tramite una persona (o fondo pubblico) che sia affidabile, saggia e possa compiere atti di Zedaqah con il tuo denaro in modo impeccabile.

– Dare Zedaqah anonimamente ad un destinatario conosciuto.

– Dare Zedaqah anonimamente ad un destinatario sconosciuto.

– Dare Zedaqah prima che te la richiedano.

– Dare adeguatamente quando te lo richiedono.

– Dare volontariamente ma inadeguatamente.

– Dare “con tristezza” – si pensa che Maimonide si riferisse al dare con un senso di tristezza/commiserazione per la condizione dei poveri che si presentano (invece di dare perché è un obbligo religioso dare per pietà).[12]

Paolo Sciunnach, rabbino

(7 agosto 2017)